LE API SONO UN PATRIMONIO DELL’UMANITA’.

DENUNCIA SULLA MORIA DELLE API. L’EUROPARLEMENTO CHIEDE MISURE PER SALVARLE.

L’Europarlamento lancia l’allarme: la mortalità delle api aumenta progressivamente nella misura in cui si riduce il numero degli apicoltori con ripercussioni sulla produzione alimentare oltre che sull’equilibrio ecologico.

La Commissione agricoltura Ue esprime la sua preoccupazione raccomandando che l’Europa rafforzi il suo sostegno al settore dell’apicoltura nel contesto della futura revisione della politica agricola comune. Anche i deputati della Commissione ambiente si mobilitano: il  76% della produzione alimentare ma ben l’84% delle specie di piante dipendono, infatti, dai processi di impollinazione delle api.

“Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita”, questa la frase attribuita a Einstein, l’affermazione del noto fisico è sicuramente valida, niente più api, niente più impollinazione, niente più frutta e vegetali (non tutti, ma gran parte), con conseguente spirale a discendere il cui limite può fermarsi solo nella fantasia di ciascuno di noi.

Non solo se pensiamo che i prodotti delle api, primo tra tutti la propoli, che ha alto valore antibiotico, sono usati in un gran numero di affezioni. Molti prodotti a basi propoli vengono usati nell’igiene della bocca, gengiviti, glassite, afte, stomatiti ulcerose, dolori e infezioni dentarie (soprattutto in caso di ascessi e monolisi buccale). La propoli, inoltre può essere impiegata anche per le affezioni dell’apparato respiratorio, contro faringiti, riniti sinusiti ed otiti.

Gli eurodeputati sono pronti ad adottare una risoluzione che preveda misure di sostegno al settore nel quadro della Pac alla volta del 2013, accompagnata da incentivi e da finanziamenti alla ricerca. Nella risoluzione sono anche indicate nuove regole in materia di etichettatura, di rintracciabilità, visto che il 40% del miele venduto nell’Ue è di importazione, un rafforzamento della ricerca sulla mortalità e l’inclusione della malattie delle api, in particolare il parassita Varroa, nella politica veterinaria della Comunità.

Nel 2007 analoga denuncia sulla moria delle api, ebbe un risalto mondiale. In tutto il mondo infatti si registrarono morie, per diverse cause e motivi, ma la punta massima si è raggiunse in alcune aree degli Stati Uniti, dove è scomparso il 90% delle api.

Non fu risparmiata nemmeno l’Italia: nel  settentrione infatti si svuotarono  la metà degli alveari. Le cause sono ancora sconosciute. E la strage potrebbe continuare.  La questione fu oggetto anche di un’interrogazione parlamenta da parte della senatrice dei Verdi Loredana De Petris, che aveva denunciato la questione già dal 2004. Sulla pericolosità dei neonicotinoidi e la conseguente necessità di rapido intervento precauzionale del ministero della Salute, “che sospenda dal commercio questi prodotti in attesa di ulteriori accertamenti”,

“Gli studi condotti anche da istituti universitari e di ricerca italiani – denuncia la De Petris – concordano nell’attribuire ai pesticidi della classe dei neonicotinoidi gravi responsabilità nella strage delle api che mette a rischio l’ambiente e l’impollinazione delle colture agricole in vaste parti del Paese”. La senatrice dei Verdi osservò che la situazione negli alveari fu particolarmente grave a causa degli effetti climatici che si sono sommati a quelli derivanti dai prodotti tossici: “La giusta ricerca delle concause della strage non deve esimere dal prendere subito tutte le misure per limitare un danno che si riflette a catena su produzioni di frutta e ortaggi del valore stimato in 2,5 miliardi di euro”. De Petris insistette nel richiedere la sospensione dal commercio, analogamente a quanto già avvenuto in Francia, dei prodotti fitosanitari contenenti i principi attivi Fipronil, Imidacloprid, Thiametoxan e Clothianidin, utilizzati prevalentemente per la concia delle sementi di mais e sui vigneti per gli interventi di prevenzione della flavescenza dorata. “I ministeri della Salute e delle Politiche agricole hanno riceverono allora dall’Istituto nazionale di apicoltura e dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie documentazione di rilievo sull’azione fortemente neurotossica dei neonicotenoidi e sulle concentrazioni dei prodotti in questione rilevate sulle api morte. Ci sono tutti gli elementi – ha concluso infine l’esponente dei Verdi – per un intervento cautelativo che può fra l’altro facilitare la diffusione di prodotti non dannosi per l’apicoltura, anche mediante un’idonea azione di informazione rivolta alle aziende agricole”.

La denuncia dell’Europarlamento va nel senso dell’intervento sugli effetti negativi delle colture e quindi tramite la ricerca annullare questi effetti nocivi. Si auspicano anche interventi per diffondere pratiche agricole più rispettose e per migliorare i programmi di sostegno esistenti. Particolare attenzione secondo l’Europarlamento, dovrà essere attribuito alla ricerca e alla circolazione delle informazioni sugli effetti delle colture Ogm e sulle conseguenze per la loro tutela dell’esposizione ai pesticidi.

Pensare che la moria delle api riguardi solo gli apicoltori è un errore madornale. Verrebbe da dire che le api sono patrimonio dell’umanità, per la preziosa opera che fanno sulla natura e l’equilibrio fondamentale per l’ecosistema.

Alcune iniziative furono adottate dalla Regione Emilia Romangna, che decretò l’uso della concia dei semi di mai e di alcuni insetticidi, già nel 2008. Infatti il Ministero della Salute di allora sospese l’uso, in via cautelativa l´utilizzo nella concia dei semi di mais di alcuni insetticidi neonicotinoidi (clothianidin, imidacloprid e thiamethoxam) e della sostanza attiva fipronil, che sembrano responsabili della moria di api riscontrata in estese aree del Paese.

Al  provvedimento dovrà essere affiancata un´attività di studio e di monitoraggio per accertare, in modo chiaro ed esaustivo, come l´insieme dei fenomeni che da alcuni anni provocano gravi danni al patrimonio apistico nazionale, ministero della saluteanche allo scopo di individuare prodotti alternativi a quelli in uso e sicuramente affidabili.

Giorgio De Santis

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