IL PARLAMENTO CON UN ATTO DI CORAGGIO DICA NO ALLA VIVISEZIONE

 

Nei prossimi giorni il Parlamento Italiano completerà con un voto l’ultimo passaggio finale per l’approvazione della Direttiva Europea 2010/63/UE, meglio nota come normativa europea sulla Vivisezione. Si tratta di un passaggio che tra l’altro non prevede nessuna discussione parlamentare in quanto si tratta di un decreto legislativo.

Questa direttiva che al tempo della sua approvazione al Parlamento Europeo fece molto discutere a livello nazionale per il contenuto dei suoi 79 articoli che di fatto ampliano la possibilità di sperimentare sugli animali domestici, sui primati e sulle specie in vie di estinzione, con pratiche che definire aberranti è poco contiene anche un emendamento del governo Italiano (articolo 3 bis) che introduce a sua volta ulteriori criteri a nostro avviso senza per non dire criminali nei confronti degli animali.

In particolare vi sarà la possibilità di catturare cani e gatti randagi per avviarli ai laboratori di ricerca (pratica al momento vietata in Italia), si potranno fare esperimenti su animali nelle università per gli studi dei futuri medici e veterinari, si potranno fare esperimenti per scopi bellici (animali usati per sperimentare i gas, i proiettili dirompenti, le bombe o le mine antiuomo), si potrà tranquillamente continuare a sperimentare su animali per tutto ciò che è previsto dalla legge e per le forme di ricerche sulla salute umana.

Si vivisezioneranno gli animali senza problemi se sedati o anestetizzati, ed infine nonostante si preveda la non possibilità di allevare in Italia animali destinati alla sperimentazione (ma se leggiamo fino in fondo non è cosi) si da il via libera all’acquisto di animali (o alla cattura dei randagi) per la sperimentazione cosi detta scientifica.

AIDAA ritiene il testo della legge nel suo complesso ed in particolare i contenuti dell’emendamento del Governo Italiano noti come Articolo 3/bis assolutamente obsoleti e che si rifanno a pratiche già esaurite in buona parte nel secolo scorso.

E’ vero che si chiede una implementazione della sperimentazione alternativa, ma senza i dovuti fondi (e di soldi non ce ne sono) questa rimane lettera morta.

Per questo motivo AIDAA si rivolge a ciascun parlamentare che dovrà votare questa legge che ci riporta indietro di secoli chiedendogli di dire NO a questa legge e di rimandarla con un forte atto politico in Europa per dimostrare che l’Italia è un paese civile e progredito anche nella ricerca scientifica e per la tutela degli animali di affezione ma non solo.

“Un No italiano alla legge sulla vivisezione sarebbe dirompente – ci dice Lorenzo Croce presidente AIDAA – anche a livello europeo. Questa legge è un abominio contro natura e ci riporta indietro di decenni nella lotta per la tutela degli animali e nei nuovi campi della ricerca scientifica. C’è poi – continua Croce – e non è da sottovalutare la questione della chiusura degli allevamenti di animali per la sperimentazione e l’articolo 3/bis non garantisce affatto questa chiusura (stiamo parlando di Green Hill) in quanto si dice che sono proibiti gli allevamenti secondo quanto previsto dal comma precedente dell’articolo, ma questo garantisce la possibilità di sperimentare su cani, gatti, primati e perfino specie in via di estinzione se la sperimentazione avviene per curare la salute umana. Ci hanno buttato ancora fumo negli occhi – conclude Croce – si vuole far passare l’approvazione di una legge aberrante per la chiusura di un allevamento che potrebbe essere chiuso con un semplice provvedimento amministrativo regionale”.

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