©David LaChapelle

LACHAPELLE_08 Berlin Stories, 2009 Chromogenic Print ©David LaChapelle

Viaggio nelle opere di un grande artista  al Palazzo delle Esposizioni di Roma.

Il Palazzo delle Esposizioni di Roma ospita fino al 13 settembre la mostra “David LaChapelle, dopo il Diluvio” a cura di Gianni Mercurio. La rassegna, promossa da Roma Capitale ‐ Assessorato alla Cultura e Turismo e prodotta da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con Madeinart e David LaChapelle Studio, è una delle più importanti e vaste retrospettive dedicata al grande artista e fotografo americano.

Saranno esposte oltre 100 opere di cui alcune totalmente inedite, altre presentate per la prima volta in un museo e molte di grande formato, che arrivano a oltre sette metri per due.

©David LaChapelle

LACHAPELLE_21 Self Portrait as a House, 2013 Chromogenic Print ©David LaChapelle

La mostra è concentrata sui lavori realizzati dall’artista a partire dal 2006, anno di produzione della monumentale serie intitolata “The Deluge”, che segna un punto di svolta profonda nel lavoro di David LaChapelle. Con la realizzazione di “The Deluge” infatti, ispirato al grande affresco michelangiolesco della Cappella Sistina, LaChapelle torna a concepire un lavoro con l’unico scopo di esporlo in una galleria d’arte o in un museo, opere non commissionate e non destinate alle pagine di una rivista di moda o a una campagna pubblicitaria.

Dopo “The Deluge” la produzione del fotografo americano si volge verso altre direzioni estetiche e concettuali. Come scrive il curatore nel suo saggio, “il segnale più evidente del cambiamento è la scomparsa dai lavori seriali della presenza umana: i modelli viventi che in tutti i lavori precedenti (unica eccezione è “The Electric Chair” del 2001, personale interpretazione del celebre lavoro di Andy Warhol) hanno avuto una parte centrale nella composizione del set e nel messaggio incarnato dall’immagine, spariscono. Le serie “Car Crash”, “Negative Currencies”, “Hearth Laughs in Flowers”, “Gas Stations”, “Land Scape”, fino alla più recente “Aristocracy”, seguono questa nuova scelta formale: LaChapelle cancella clamorosamente la carne, elemento caratterizzante della sua arte”.

©David LaChapelle

LACHAPELLE_02 Cathedral, 2007 Chromogenic Print ©David LaChapelle

Per permettere al pubblico di conoscere le “origini” del lavoro di LaChapelle degli anni precedenti a “The Deluge”, verranno esposte anche delle opere tra le più conosciute e amate dal pubblico, quelle che lo hanno reso famoso, prodotte nel decennio a cavallo tra il 1995 e il 2005. Un corpus che comprende ritratti di celebrità del mondo della musica, della moda e del cinema, scene con tocchi surrealisti basati su temi religiosi, citazioni di grandi opere della storia dell’arte e del cinema; una produzione segnata dalla saturazione cromatica e dal movimento, con cui il fotografo americano ha raggiunto la propria riconoscibile cifra estetica e ha influenzato molti artisti delle generazioni successive.

L’esposizione ospiterà anche una rassegna di filmati di backstage che illustrano il complesso processo di realizzazione dei set fotografici di LaChapelle. Da questi emerge chiaramente come il ruolo del fotografo si allarghi anche alla regia e alla scenografia dei propri lavori. Saranno presentati anche alcuni tra i video musicali più significativi dell’autore, oltre a “Rize” girato nei ghetti di Los Angeles e premiato al Sundance Film Festival, e alla danza mozzafiato di Sergei Polunin sulla colonna sonora “Take me to church”, uno dei video più visualizzati del web.

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LACHAPELLE_17 Kings Dominion, 2013 Chromogenic Print ©David LaChapelle

Biografia

David LaChapelle è oggi uno dei fotografi più riconosciuti e apprezzati al mondo. Nato a Fairfield nel 1963, ha sposato uno stile post-Pop e per certi versi surrealista che lo rende unico al mondo.

Le opere di David LaChapelle sono presenti in numerose importanti collezioni pubbliche e private internazionali, ed esposte in vari musei, tra i quali il Musée D’Orsay di Parigi, il Brooklyn Museum di New York, il Museum of Contemporary Art di Taipei, il Tel Aviv Museum of Art a Tel Aviv, il Los Angeles County Museum of Art (LACMA) a Los Angeles, The National Portrait Gallery di Londra, il Fotographfiska Museet di Stoccolma e The National Portrait Gallery a Washington DC.

David LaChapelle vive e lavora tra Los Angeles e l’isola hawaiana di Maui.

©David LaChapelle

LACHAPELLE_18 Luna Park, 2013 Chromogenic Print ©David LaChapelle

Il curatore

Gianni Mercurio, curatore italiano, vive a Roma.

Specializzato in arte americana, ha curato importanti mostre monografiche dedicate a Andy Warhol, Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, George Segal, Roy Lichtenstein e mostre collettive su Pop art, Iperrealismo e Graffitismo americano.

E’ stato direttore artistico del Chiostro del Bramante a Roma (1995– 2002), del Museo Carlo Bilotti a Roma (2006–2008) e ha lavorato come curatore esterno per il Ludwig Museum di Colonia, il MOCA di Lione, il MACRO e il MAXXI a Roma, a Milano per la Triennale, l’Heidar Aliyev Museum a Baku ed altre istituzioni in Italia, Austria, Spagna, Belgio, Finlandia.

Roma, aprile 2015

©David LaChapelle

LACHAPELLE_09 Rape of Africa, 2009 Chromogenic Print ©David LaChapelle

SEZIONI MOSTRA

IL DILUVIO In questa serie sono raccolte le opere che hanno segnato il punto di svolta della produzione artistica di LaChapelle: “The Deluge”, 2006, che descrive la distruzione di una società basata sul consumismo, ma con una speranza di redenzione. “Museum”, 2007, “Statue”, 2007, in cui l’arte, massima espressione della creatività dell’uomo, rimane solitaria a monito di una perfezione perduta e “Cathedral”, 2007, dove tra lo sgomento dei fedeli in preghiera, il viso di una bambina ci colpisce nella sua inespressività. Nella stessa serie gli “Awakened” si risvegliano nell’acqua.

LACHAPELLE_16 Seismic Shift, 2012 Chromogenic Print ©David LaChapelle

LACHAPELLE_16 Seismic Shift, 2012 Chromogenic Print ©David LaChapelle

LA TERRA RIDE NEI FIORI

La serie celebra il tema della Vanitas, un motivo sotteso a molte opere di LaChapelle ma qui enfatizzato dal riferimento alla tradizione iconografica barocca con il trionfo della natura morta floreale. Il titolo della serie, che è una citazione letteraria tratta dalla poesia “Hamatreya” di Ralph Waldo Emerson (scrittore e filosofo americano vissuto nel XIX secolo), offre una chiave di lettura che riposiziona, e per certi versi capovolge, il concetto stesso di caducità: i fiori recisi, simbolo della condizione effimera dell’esistenza, qui diventano un’espressione eccessiva, sfacciata come uno sberleffo della natura.

NATURA MORTA “Natura Morta” è il titolo di questa insolita serie fotografica attraverso la quale LaChapelle offre un’inquietante quanto macabra galleria di “ritratti” di personaggi famosi. Dopo aver appreso che il Museo Nazionale delle Cere di Dublino è stato teatro di un violento atto di vandalismo che ha causato danni all’intera collezione di statue, il fotografo ottiene il permesso di effettuare gli scatti che compongono questo ciclo.

Le effigi inanimate di questi personaggi noti giacciono smembrate e orribilmente ricomposte sullo sfondo di cartoni per l’imballaggio. A questi ritratti sono correlate le foto che compongono il ciclo “Last Supper”, dove l’aspetto macabro cede il passo a un effetto decantato, in un certo senso sublimato dalla rievocazione di un capolavoro del passato: l”’Ultima cena” di Leonardo è ricostruita attraverso la successione di tredici fotografie dedicate ai protagonisti del racconto evangelico riprodotti in cera limitatamente ai dettagli delle teste e delle mani.

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LACHAPELLE_04 Museum, 2007 Chromogenic Print ©David LaChapelle

IL MIO GESU’ PRIVATO

L’inclinazione di LaChapelle verso i temi trascendentali trova la sua più esplicita espressione nella presenza del divino tra gli spazi del quotidiano ed è rappresentata dal ciclo fotografico “Jesus is My Homeboy”, ma anche da opere come “Pietas” e “The Beatification series”. Emblematica di questa sezione è “American Jesus” dove LaChapelle ripropone l’immagine – già rivisitata in “Pieta with Courtney Love” – della Pietà rinascimentale, con Gesù che giace esanime sulle ginocchia della Madonna, ma questa volta sostituisce alla figura materna quella di Cristo stesso nei panni di un giovane hippie che regge il corpo senza vita di Michael Jackson.

STAZIONI DI RIFORNIMENTO Le stazioni di rifornimento viste da un luogo e da un tempo futuro saranno scoperte come resti architettonici di un mondo perduto, come i templi aztechi o l’Isola di Pasqua. Le culture future, con altre preoccupazioni, si interrogheranno sul loro significato. Fotografate nelle foreste pluviali di Maui, le stazioni esemplificano un isolamento che prolifera ed è profondamente radicato nella nostra cultura. I modelli analogici in scala rivelano le imperfezioni della mano dell’uomo, un po’ nello stesso modo in cui il nostro sistema artificiale per creare energia è imperfetto. Queste immagini tuttavia non sono didattiche, non condannano e non giustificano. Semplicemente esistono, sono ciò che ha reso possibile il nostro mondo. Sarà l’approccio che sceglieremo adesso a decidere il nostro destino.

LACHAPELLE_10 Gaia, 2011 Chromogenic Print ©David LaChapelle

LACHAPELLE_10 Gaia, 2011 Chromogenic Print ©David LaChapelle

LAND SCAPE

“Land Scape” segna un nuovo approdo della ricerca poetica di David LaChapelle, un approdo che disegna orizzonti futuri dove l’umanità è scomparsa e le metropoli sono isole nel deserto, trasformate in complessi industriali incessantemente attivi.

Il back stage di questo progetto fotografico, documentato attraverso un video, svela che il processo tecnico con cui sono stati resi i paesaggi spettacolari qui rappresentati non ha implicato nessuna manipolazione digitale o effetto di postproduzione: il set è un modello realizzato da una squadra di professionisti di Hollywood specializzati nelle scenografie. Un lavoro artigianale ad alta precisione, condotto mediante l’assemblaggio di oggetti riciclati e prodotti dell’industria come bicchieri di plastica, cannucce, lattine, cartoni. I plastici così ottenuti sono stati poi collocati nel contesto di un panorama reale delle colline californiane, e ripresi durante diverse ore del giorno, quando l’atmosfera vira nelle tinte dell’alba o della notte.

LACHAPELLE_15 Margaret, 2012 Chromogenic Print ©David LaChapelle

LACHAPELLE_15 Margaret, 2012 Chromogenic Print ©David LaChapelle

ARISTOCRACY “Aristocracy” rappresenta la serie di lavori più recenti di David LaChapelle. Fa riferimento a una classe vip, a un gioco d’alta società sospeso tra noia e autodistruzione e rappresenta la parabola esibizionista di uno snobismo che sfocia nella performance acrobatica e nella perdita di senso. Qui, come peraltro in molti lavori di LaChapelle, il caos si tinge di rosa e il contrasto tra il dramma e la sua patina iperreale rimane sospeso in una metafora seducente e caustica. Le evoluzioni e gli avvitamenti disegnati da questi soggetti suggeriscono un richiamo alla aeropittura di tradizione futurista, espressione dell’entusiasmo marinettiano per il dinamismo del volo e la potenza del motore; allo stesso tempo le atmosfere dense e turbinose evocano le tempeste sublimi di Turner.

VALUTE AL NEGATIVO/INCIDENTI

“Negative Currency” e “Car Crash” sono due serie complementari realizzate da LaChapelle nel 2008, un anno nevralgico che segna l’esplosione di quella che è considerata una delle peggiori crisi finanziarie della storia. Il senso del lavoro richiama l’attenzione sugli effetti negativi, quando non devastanti, del denaro e risulta incredibilmente profetico degli eventi disastrosi verificatisi in seguito allo scoppio della bolla immobiliare in America (crisi dei cosiddetti subprime) e al crack della Lehman Brothers: eventi che hanno precipitato nella recessione il sistema economico mondiale.

Il richiamo ad Andy Warhol è evidente in entrambe le serie (“One Dollar Bills” e “Death and Disaster”), ma per LaChapelle, al contrario di Warhol, le banconote di tutto il mondo subiscono un vero e proprio “oscuramento”, sono presentate alla stregua di un negativo fotografico che sottolinea l’inversione al ribasso di tutte le borse, innescata proprio dalla moneta statunitense. Gli “Incidenti”, invece, svuotati del tema originale – la censura della morte da parte di una società edonista e indifferente – e caricati di significato metaforicoacquisiscono un valore plastico estetico che riprende i linguaggi New Dada e degli espressionisti astratti.

INFORMAZIONI

Titolo: David LaChapelle, dopo il Diluvio

Sede: Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 – Roma

Curatore: Gianni Mercurio

Periodo: 30 aprile – 13 settembre 2015

Promossa da: Roma Capitale‐Assessorato alla Cultura e Turismo

Prodotta e organizzata da: Azienda Speciale Palaexpo, Madeinart e David LaChapelle Studio

Orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00;

venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30;

lunedì chiuso

(Dal 13 luglio al 30 agosto: dalle 16.00 alle 24.00)

Informazioni e prenotazioni: singoli, gruppi e laboratori d’arte tel. 06 39967500; www.palazzoesposizioni.it

Costo del biglietto: intero € 12,50; ridotto € 10.00. Permette di visitare tutte le mostre in corso al Palazzo delle Esposizioni.

(Dal primo giugno: intero € 10.00; ridotto € 8.00)

Catalogo: a cura di Gianni Mercurio in collaborazione con Ida Parlavecchio, Giunti Editore

Anteprima stampa: 29 aprile 2015, ore 12.00

Sponsor Palazzo delle Esposizioni: Gioco del Lotto – Lottomatica

Media Partner: Mediatrade Communication S.r.l.; Building Communication; Dimensione Suono Roma; G Quadro Advertising; APA agenzia pubblicità affissioni

Technical Sponsors: Trenitalia; Bettoja Hotels; Coop Culture; Roma Multiservizi

Official car: BMW Roma Succursale BMW Group Italia

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