ediliziaLE IDEE CHIARE CI SONO, OCCORRE SOLO CREDERCI FINO IN FONDO.

 

7 FORUM EDILIZIA E TERRITORIO SOLE24ORE.  ROMA- 8 GIUGNO 2010

 

Torna il Forum Edilizia e Territorio, l’appuntamento annuale, che Gruppo 24 ORE dedica al mondo delle infrastrutture e degli appalti con la partecipazione di alti esponenti istituzionali ed esperti qualificati del settore.

L’evento, organizzato come sempre in stretta sinergia con la redazione giornalistica del periodico, ha rappresentato ancora una volta  un momento di confronto e dibattito tra istituzioni e mondo imprenditoriale sulle ultime novità legislative, economiche e finanziarie che investono il settore,  un significativo e riconosciuto punto d’incontro e di networking fra imprese edili, pubblica amministrazione e professionisti.    

Particolarmente importante la prima sessione che ha puntato i riflettori sul tema “Quale exit strategy? Il rapporto fra edilizia e credito” che ha visto la partecipazione  tra gli altri, dei presidenti di Ance e Cassa Depositi e Prestiti, Paolo Buzzetti e Franco Bassanini, i deputati Ermete Realacci,  e Paolo Emilio Signorini, capo dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio, nonché Lorenzo Bellicini, Cresme Rinaldo Incerpi, CNA Costruzioni , Braccio Oddi Baglioni, OICE  Roberto Reggi, Sindaco di Piacenza Massimo Roccia, ABI Cesare Trevisani, Confindustria, Carlo Zini, Ancpl-Legacoop A moderare il dibattito sarà il caporedattore del Sole24Ore Giorgio Santilli.

Dal dibattito  ne emerge un tema complesso proprio in ragione della stretta creditizia che ormai da tempo attanaglia le imprese soprattutto le PMI  se solo pensiamo che la quota di riduzione del credito si aggira attorno al -15/18%.

La fotografia del settore è per certi versi drammatica, tre anni di caduta -30% di fatturato in questo settore a cui si assomma l’altro annoso problema del ritardo dei pagamenti.

Dove va questo settore? Esistono spiragli di ripresa?

A tal proposito è d’obbligo citare gli ultimi dati emersi dell’Osservatorio sul credito di Confcommercio sul primo trimestre 2010, che ha esaminato un campione nazionale di aziende del commercio, del turismo e dei servizi. Il quale ha evidenziato che per un verso diminuiscono le imprese costrette a chiedere prestiti, ma peggiorano le condizioni imposte dagli istituti di credito  diventando più complicato ottenere un finanziamento dagli istituti di credito.

Lorenzo Bellicini, Cresme,  sostiene che nella situazione in cui versa attualmente il mercato, occorre una riconfingurazione della domanda e una riduzione dei costi di  mercato. Secondo la sua analisi la crisi ha avuto i primi accenni nel 2006-2007 qui è stata sottovalutata da tutti proprio in ragione che il settore contestualmente contava il suo picco massimo. Nel 2008 le cose si aggravano e qui il 10-15% di imprese si collocano già nella fascia o di quelle con pesi finanziari rilevanti  o di gravi perdite. Ma oggi invece arriva davvero la crisi dell’offerta.

Bozzetti sostiene a fronte la situazione attuale di grande pessimismo e di quasi rassegnazione occorre sicuramente  reagire. Perché c’è una difficoltà reale nel trascinare il paese verso effettivi cambiamenti. Nell’attuale situazione di emergenza alla domanda interna occorre una risposta dell’edilizia  e da subito occorrerebbe un piano di piccole e medie opere. Un programma rapido produrrebbe occupazione oltre a tutte quelle attività manutentive di cui il nostro paese ha senz’altro bisogno. Ma il piano non è ancora partito; in  Spagna per un  piano di opere piccole hanno speso circa 8 miliardi di euro, i francesi lo stesso.

La verità sostiene Bozzetti è che non riusciamo a fare neanche quello che decidiamo di fare. L’intervento nelle piccole opere risulta fondamentale tanto quanto operare sulle grandi. Il governo se ne deve convincere.

Da ultimo il Cav. Cesare Trevisani ha evidenziato come nella realtà le risorse private esistono occorre solo dare stabilità regolatoria a tutto il sistema inerendo normative regolamenti tale da poter attrarre risorse private. Il principio fondamentale è che occorre portare gli investimenti ai livelli europei  dei paesi sviluppati; se non si raggiungono questi livelli non ne verremo fuori da questo gap infrastrutturale.

 

Simonetta Alfaro

 

 

 

 

 

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