PICCHIA IL MURO.

 

E’ una questione di semantica.

“Picchia il muro” chiaramente significa che una persona va a sbattere contro un muro, come nella frase: “Inciampa e con la testa picchia il muro, procurandosi un’escoriazione sulla fronte”. Semplice no? Non proprio.

Potrebbe anche significare: “Era talmente esasperato che prende e picchia il muro con i pugni”. Però il significato convenzionale non ammette che una persona picchi il muro procurando lesioni, lividi, ed escoriazioni al povero muro lasciandolo sanguinolente per terra.

Molti anni fa - circa verso la fine del 1960 e gli inizi del 1970 – la Marvel Comics, per incrementare le vendite, aggiungeva alle copie dei suoi fumetti degli adesivi da attaccare dove i suoi giovani lettori preferivano. Un adesivo del gruppo dei “Vendicatori”, guidati da Capitan America, recitava sotto il disegno dei supereroi la dicitura: “Ordine Nuovo!” con la faccia di Capitan America in una smorfia di allarme e perentorietà del capo che chiamava all’ordine i componenti del suo gruppo dove si sarebbe susseguentemente verificato un “rimpasto”: da ciò “Ordine Nuovo!”

Generalmente gli adesivi erano una sorta di “sommario” estremamente succinto delle varie storie contenute all’interno della pubblicazione, con numerosi supereroi in diverse forme plasticamente disegnate.

In quegli anni, specialmente agli inizi dei ’70, la nascente contestazione studentesca avrebbe permeato l’ambito culturale in maniera così profonda che anche le forme culturali apparentemente più marginali, come i fumetti, sarebbero entrate in un modo o nell’altro all’interno di un dibattito politico lungo anni ed anni: l’egemonia culturale di un arretrato bigottismo del conservatorismo democristiano veniva spazzata via grazie al risveglio popolare di una sinistra capace di convogliare su di essa l’esigenza giovanile di ribellarsi ai diktat culturali esistenti.

A quel tempo – come oggi – la contrapposizione destra-sinistra era estremamente sentita, sostenuta, discussa e si sviluppava in mille e mille modi diversi: Superman era di destra? E Batman e Robin? Era meglio leggere fumetti di disegnatori italiani, che si occupavano di personaggi di fantasia più dei colleghi d’oltreoceano, oppure le storie dei supereroi americani erano adeguate ai prodotti culturali europei?

Tutto cambiò con l’immissione sul mercato dei fumetti dei personaggi della Marvel dopo la lunga egemonia della DC Comics, promotrice di supereroi come Superman, Batman, Robin, Flash, Lanterna Verde, Freccia Verde, Wonder Woman, Batgirl, Supergirl, e Aquaman per citare i più riconoscibili dagli appassionati del genere.

I personaggi della Marvel si differenziavano da quelli della DC Comics per le loro storie dal contenuto più aderente alla parte “proletaria” dei supereroi nella loro identità segreta, ed in generale le descrizioni di realtà della media borghesia americana avrebbero avuto seguaci e appassionati più propensi a simpatie tendenti verso il centro-sinistra, sebbene la maggioranza dei personaggi – giovani donne e uomini – spesso lavorava nell’ambito della ricerca scientifica.

Sempre in quegli anni la lotta politica comprendeva forme di contestazioni che gradualmente avrebbero portato lo spettro delle varie coalizioni a manifestazioni sempre più allargate verso i loro estremi, sia a destra che a sinistra; il “Movimento” di sinistra avrebbe subito la deriva della “lotta armata”, mentre a destra, la costola del defunto fascismo sarebbe penetrata in silenzio, con coperture e finanziamenti ai massimi livelli governativi, nelle “stanze dei bottoni” della gestione del potere politico del Paese.

Formazioni terroristiche di estrema destra che godevano dell’omertà e silenzio-assenso del potere avevano nomi che rispecchiavano totalmente i livelli allarmanti di deliri di psicopatici, traumatizzati per sempre dall’unica forma di lotta politica nella quale si riconoscevano: quella della violenza criminale.

Sigle come Avanguardia Nazionale, Nuclei Armati Rivoluzionari, Terza Posizione e Ordine Nuovo erano falangi terroristiche che avevano come ideologia fondativa il ritorno al fascismo – movimento politico decretato fuorilegge dalla Costituzione Italiana, dopo la sconfitta del Paese nella Seconda Guerra Mondiale; e in virtù di tale ideologia fuorilegge avrebbero incassato consensi – e fondi – da elementi golpisti all’interno delle istituzioni con l’esplicito intento di sovvertire l’ordine costituito con appunto un “ordine nuovo”.

E’ intuibile come in anni così ideologicamente saturi di estremismi politici, un adesivo che un ragazzino avrebbe attaccato in un posto visibile della sua casa con la scritta “Ordine Nuovo!”, sottostante il disegno del leader di una coalizione di supereroi con un’espressione che comunicava una certa aria di urgenza, rendeva i genitori e i parenti tutti parecchio ansiosi ed inquieti se non altro per la confusione politica che regnava sovrana da un lato e la rigidità ideologica dall’altro.

Ed è in questo contesto che l’ovvia manipolazione delle giovani menti è sempre stata il trampolino di lancio di qualsiasi realtà culturale che tenta di fare breccia nelle coscienze in erba, attraverso l’uso dell’impatto visivo come forma d’approccio preminente; la prima regola d’oro della pubblicità.

Adesso, in virtù di quanto detto prima, un supereroe che suscitava simpatie a sinistra intorno agli anni ’70, (come quelli della Marvel Comics) vederlo incitare i suoi compagni ad un “Ordine Nuovo!”, lasciava alquanto interdetti coloro che si interessavano di politica, per constatare fino a che punto si sarebbero spinte le derive neofasciste per tentare di guadagnare terreno.

Nessuno avrebbe avuto la sfera di cristallo però, sbirciando nel futuro, per rilevare quanto il Paese sarebbe stato berlusconizzato e fascistizzato nel XXI secolo.

Che l’ambiguità semantica avrebbe propagato i primi caotici germogli all’interno delle politiche extraparlamentari di quegli anni, sarebbe stato rilevato poi dall’intellighenzia di quel tempo, come scrive Marco Filoni sul Fatto Quotidiano del 30-12-11 nella recensione del libro di Stefano G. Azzarà, “Un Nietzsche Italiano”, nel suo articolo dal titolo “Nietzsche scippato dalla sinistra”: “Era il 1977. Le tensioni sociali e la contestazione studentesca dominavano le cronache italiane. A febbraio Luciano Lama (leader della Cgil di allora) veniva cacciato dalla Sapienza (l’università di Roma) e sulle mura di quella stessa università compariva la scritta: «Il deserto cresce, guai a chi nasconde deserti dentro di sé». Era uno degli slogan in voga. Ed era, soprattutto, una frase dello Zarathustra di Nietzsche”. (…) “Nietzsche è stato il filosofo più controverso, dibattuto e tirato per la giacca d’un intero secolo. È una storia lunga e complicata: dalla “nazificazione” del suo pensiero alla depoliticizzazione, in nome di un ritorno all’ambito della storia della filosofia; infine l’uso che le varie stagioni politiche ne hanno fatto. Nietzsche, suo malgrado, è stata un’etichetta prestigiosa (o no, a seconda dei punti di vista) sotto cui iscrivere visioni del mondo e filosofie della storia”.

Fast forward al 2012.

Il titolo della puntata di giovedì 8 marzo che Michele Santoro – icona della sinistra “a sinistra del PD” – sceglie per il suo programma ”Servizio Pubblico”, sullo spettro del fallimento della Grecia che fa crollare le borse e risalire lo spread, mentre in Italia è boom della cassa integrazione, della disoccupazione giovanile, e della corruzione che torna di nuovo in primo piano, è: “un ordine nuovo”.

La depoliticizzazione di un ideologo che per molti anni è stato fonte di ispirazione di fazioni della destra estrema, propagandando modelli che esaltano la violenza feroce, il razzismo, l’antisemitismo, l’arroganza e la supremazia della razza ariana, diventa adesso un ambiguo e pericoloso segnale di qualunquismo, di indifferenza al male assoluto di quasi vent’anni di berlusconismo e di neofascismo, e viene utilizzata dalla sinistra “alternativa al PD” con una disinvoltura impressionante.

Dai fumetti della Marvel negli anni fine ’60 inizi ’70, all’ingenuità di Michele Santoro nel XXI secolo, i tentativi della cultura neofascista continuano a inquinare le coscienze del Paese, confondendo le idee e creando scenari deleteri, rovinosi e ambigui tipici della  cultura nazistoide, individualista, mortifera e disperata, portando il Paese verso un baratro spettrale. Tale cultura non avrà più futuro. 

E’ una questione di semantica, di risveglio e di consapevolezza.

 

 

 

 

Marco Rossi

   

 

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