DISTANCE / PROXIMITY AL VIA IL 27 MAGGIO ALLE ORE 18.

27.05.2011 – 02.07.2011

a cura di Luigi Meneghelli

 

Inaugurazione della mostra presso Kn STUDIO

giovedì 27 maggio 2011 dalle ore 18.00 alle ore 21

 

Finissage della mostra presso Kn STUDIO

venerdì 1 luglio 2011 dalle ore 18.00 alle ore 21.00

 

 

“ Per me erano come delle grandi vele. Una sorta di volo, che è poi il tentativo di rubare il fuoco al sole”. Così Carla Accardi di fronte ai suoi lavori in plastica. Ebbene, anche le stampe in pvc  trasparente di Lisa Castellani si distaccano dal muro e, nella loro attraversabilità visiva, sembrano muoversi e liberarsi nello spazio, assumendo una condizione di impalpabile consistenza e leggerezza. Ma a differenza della Accardi che per mezzo della trasparenza inseguiva la luce e la rigenerazione dei segni, Castellani insegue la smaterializzazione delle immagini. Gli indizi del suo occhio o del suo corpo impressi sulle superfici non si irrigidiscono mai in forma, bensì realizzano un interscambio continuo tra interno ed esterno, tra dentro e fuori. E’ l’idea di transfert, di transito ad interessare l’artista: è il bisogno di vedere oltre il limite abituale, ad affascinarla. In questo modo l’autorità dell’opera è continuamente messa in questione, incrinata, erosa. Lo sguardo può “passare attraverso”, perchè la sua realtà è relativa e parziale, fluida e sfuggente. E’ quello che suggeriscono le immagini dei palloncini (della serie Tir-nan-Og) che si librano nello spazio come figure incorporee: essi si fanno sempre più piccoli, come se, allontanandosi, evocassero un respiro che si perde, un’anima che ne va. Ma lo stesso discorso può valere anche per quei fiori stampati su rame (Terrains Vagues) che sembrano dileguarsi sotto gli occhi, alla pari dei luoghi semi-abbandonati in cui sono stati fotografati. Qui succede come nei dipinti di Friederich, dove il viaggiatore, nella pienezza della sua solitudine, non guarda la natura, ma guarda la distanza nel tentativo vano di colmarla. La distanza infatti non è uno spazio misurabile o una dimensione definibile: non è reale, non è materiale, è lo stadio dell’altrove. Castellani sa che non può raggiungerla né tantomeno abitarla: e allora la interroga, la circuisce, imita l’effetto di vertigine che essa custodisce in sè. E lo fa (ad esempio) riportando su di un telaio da ricamo la sconfinatezza del cielo (Skyhunter) o riproducendo su di una lavagna un paesaggio innevato e quindi nascosto, quasi irreale (Chalkgarden). E’ come se lei cercasse di dare plausibilità anche a ciò che è inattingibile, credibilità anche a ciò che appare misterioso. La sua è un’arte che procede per stratificazioni di spunti imprevisti, per addizione di restauri, ritrovamenti, tracce: è “una storia che contiene molte storie”, è la “rete dei possibili” per arrivare ad alludere all’impossibile distanza, al suo senso di vuoto e di sospensione. In fondo, nel procedimento di Castellani, niente è mai davvero finito: si è sempre nell’imminenza di una rivelazione che non si produce, nell’attesa di un segreto che non viene svelato (o che viene svelato solo per dettagli): un po’ come nel gioco infantile in cui si costruiscono mondi di fantasia che svaniscono alla pari di scritture sull’acqua. Ma proprio come un bambino l’artista pare divertirsi nella ripetizione del suo “gioco”, sia quando nella performance Waves of me tenta di far volare un aquilone con il proprio volto stampato sulla superficie (“per vedere lo spazio da diversi punti di vista”), sia quando produce “buchi” nel linguaggio (come le trasparenze, le sfocature, i tagli d’immagine), perchè solo con quest’opera di trivellazione il linguaggio manda fuori quello che sta annidato, imboscato in esso. Così, alla fine, tutto si apre a tutto: l’intimità dialoga con l’esteriorità, la sfera privata con quella pubblica, l’esistenza dell’autrice con quella del pubblico. E ogni volta – come afferma la stessa Castellani – si ridefiniscono i reciproci confini.

Testo di Luigi Meneghelli

 

CENNI BIOGRAFICI

Lisa Castellani è nata nel 1979, vive e lavora a Vicenza. Dal 1999-2004 studia Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Si diploma con lode sviluppando la propria ricerca artistica e una tesi teorica sulla “Fenomenologia del paesaggio urbano contemporaneo”. Dal 2000 espone, partecipa a workshop, residenze e festival in ambito internazionale. Si interessa di public art e comunity-based art, ma anche di nuovi media e di tutte le forme di sperimentazione e interazione tra arte visiva e altri linguaggi espressivi. La sua ricerca spesso si coniuga in progetti site specific. Nel 2003 partecipa alla 50ma Biennale di Venezia con il progetto “Riserva Artificiale”; nel 2005 viene invitata dalla Fondazione Pistoletto di Biella a partecipare al workshop: “Arte – Città – Politica: nuove prospettive e visioni per Venezia”, nell’ambito della 51ma Biennale di Venezia. Da questa collaborazione nasce il progetto “Un record per Pellestrina”, concluso nell’estate 2007. Nel 2006 è invitata da Love Difference movimento artistico per il Mediterraneo, a partecipare a: “Da cose nasce cosa…su cosa cooperare?”, workshop di progettazione interdisciplinare partecipata a Gorizia – Nova Gorica. Dal 2007 espone presso la galleria Loft Arte di Luciano Lora. Nel 2008 viene selezionata da Careof – ViaFarini di Milano per il workshop e l’esposizione “War drawings” con Kim Jones. Nel 2009 porta i suoi progetti “Relocate” e “Waves of me” in festival internazionali di arte contemporanea in Germania e Slovenia, viene segnalata tra i migliori giovani fotografi italiani da Stefano Mirti su Jpeggy.

E’ stata invitata da The Ljubljana Festival tra i 4 artisti stranieri che parteciperanno all’International Fine Arts Colony presso il castello di Ljubljana a luglio 2010. Nell’autunno 2010 ha esposto presso il festival di Filosofia di Modena e il festival di Arte Contemporanea di Treviso con due personali.

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