SI DELLA CONSULTA SUI REFERENDUM ACQUA, NUCLEARE E  LEGITTIMO IMPEDIMENTO.

 ADESSO LA PAROLA E LA DECISIONE AI CITTADINI.

Il referendum strumento di democrazia diretta senza deleghe di nessun tipo, verso partiti, sindacati, associazioni, ove ogni singolo cittadino decide con la propria testa e senza filtri, questa volta si concretizza con la decisione della Cassazione di rendere validi i referendum proposti lo scorso anno dai loro sostenitori che hanno raccolto milioni di firme. Si terranno tra il 15 aprile ed il 15 giugno 2011. Questo fenomeno esprime una forte connotazione di democrazia partecipata, i promotori hanno saputo cogliere, trasmettere e valorizzare, coniugando i valori democratici della Costituzione.

L’inversione di tendenza, che in Italia, ha tenuto i cittadini sulla difensiva,  costringendoli per anni ad arretrare nella rivendicazione e pratica dei propri diritti, questa volta non ha funzionato per il potere, sia  mediatico, politico, economico. In questo caso la minoranza cosciente ha spinto quella parte di “maggioranza silenziosa”, non solo perché il problema coinvolgeva la pancia, ma soprattutto perché l’affermazione di un diritto sacrosanto, non poteva che ritornare in mano a cittadini e non ai sudditi.

Un milione e quattrocentomila firme depositate in Cassazione hanno portato i frutti sperati, che troveranno la loro maturazione quando si voterà per questi referendum.

Soddisfatti gli esponenti del referendum sull’acqua che hanno dichiarato: “La Corte Costituzionale ha ammesso due quesiti referendari proposti dai movimenti per l’acqua. A primavera gli uomini e le donne di questo paese decideranno su un bene essenziale. La vittoria dei “sì” porterà ad invertire la rotta sulla gestione dei servizi idrici e più in generale su tutti i beni comuni.

Attendiamo le motivazione della Consulta sulla mancata ammissione del terzo quesito, ma è già chiaro che questa decisione nulla toglie alla battaglia per la ripubblicizzazione dell’acqua e che rimane intatta la forte valenza politica dei referendum.

Il Comitato Promotore oggi più che mai esige un immediato provvedimento di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi e sull’abrogazione degli AATO, un necessario atto di democrazia perché a decidere sull’acqua siano davvero gli italiani.

Il Comitato Promotore attiverà tutti i contatti istituzionali necessari per chiedere che la data del voto referendario coincida con quella delle elezioni amministrative della prossima primavera.

Da oggi inizia l’ultima tappa, siamo sicuri che le migliori energie di questo paese non si tireranno indietro”

Un’altro referendum riguarda la decisione di installare centrali nucleari in Italia, a tal proposito occorre ricordare come la maggioranza degli italiani si pronunciò nel lontano 1987:

Risultati del Referendum del 1987:

Risultati dei referendum del 1987 sul nucleare (in %)
  No Bianche Nulle
Localizzazione delle centrali da parte del Cipe 70,4 16,9 8,5 4,2
Contributi a Comuni e Regioni che accettano centrali atomiche 69,1 17,6 8,9 4,4
Partecipazione dell’Enel alla costruzione di centrali all’estero 63,0 24,7 8,0 4,3

 

Dando il via libera, la Corte di Cassazione ha dato il via libera ai referendum contro la privatizzazione dell’acqua e a quello promosso dall’Italia dei Valori per abrogare la scelta nucleare del Governo. Via libera anche al referendum contro il legittimo impedimento, promosso dall’Idv.

Il pronunciamento della Corte Costituzionale, ha fugato ogni dubbio sul fatto che gli stessi, non contrastino  con la Costituzione.

Sul legittimo impedimento, se ne sta parlando molto in questi giorni, ma rimane aperta la decisione del referendum, che offre un importante supporto ai cittadini per affermare se siamo tutti uguali davanti alla legge, oppure per pochi, si debba fare eccezione anche se nell’esercizio delle loro funzioni. Va quindi ribadito il concetto che bisogna difendersi nel processo e non dal processo. Nel caso di votazione di questo referendum la “palla” come si dice in codice calcistico, tornerebbe davvero ai cittadini, in questo caso la conta sarà reale e non millantata, per la maggioranza degli italiani pro o contro questo problema.

In questi casi l’informazione non è mai abbastanza, ricordiamo quindi per quanto riguarda il nucleare i principali incidenti avvenuti da 54 anni a questa parte. In realtà gli incidenti sono molti di più, per adesso ricordiamo i più importanti.

Nel corso della storia si sono verificati diversi incidenti nucleari. Di questi solo quelli a partire del 5º livello della INES comportano il rilascio di radioattività al di fuori dell’impianto e possono quindi essere all’origine di un disastro nucleare. I più gravi (4º livello della INES o maggiore) incidenti nucleari della storia a impianti nucleari civili per la produzione di energia (escludendo quindi quelli a impianti nucleari militari o di medicina nucleare) sono stati:

1957: Windscale (Gran Bretagna), 5º livello INES

La combustione lenta della grafite del reattore causò una fuga abbastanza consistente di radioattività dalla ciminiera nell’atmosfera, benché parecchio minore di Chernobyl. Furono prese misure precauzionali di protezione della popolazione intorno la centrale.

1969: Lucens (Svizzera), 4º livello INES

La fusione del reattore in seguito ad un difetto di raffreddamento ha causato una massiccia contaminazione della caverna nel quale era costruito, ma senza alcun rilascio verso la popolazione esterna o lavoratori della centrale.

1973: Windscale (Gran Bretagna), 4º livello INES

Ulteriore incidente nucleare a Windscale.

1979: Three Mile Island (USA), 5º livello INES

Lo scarico all’esterno di un eccesso di vapore che aveva saturato il circuito primario fu accompagnato dal rilascio nell’ambiente di radioattività costituita da Xeno, Iodio e trizio. La popolazione della città poco distante (140.000 persone) venne evacuata per precauzione e secondo le stime ufficiali non vi furono conseguenze sanitarie.

1980: Saint-Laurent-Nouan (Francia), 4º livello INES

La fusione di un canale del carburante nel reattore non causò tuttavia rilascio di radiazione al di fuori dell’impianto.

1986: Chernobyl (Ucraina), 7º livello INES, 65 morti accertati più altri 4000 presunti

L’incidente di Chernobyl, 7° e più alto livello della scala INES, è il più grave incidente nucleare mai avvenuto ed il peggiore possibile. Comportò la fusione del nocciolo del reattore, l’esplosione (non nucleare) e lo scoperchiamento del reattore, la fuga in aria di vari materiali radioattivi. Fu provocato da una concomitanza di difetti progettuali e da cause umane, nel corso di un esperimento che escluse manualmente tutti i sistemi di sicurezza eseguito da personale tecnico non qualificato. Gli effetti sono stati 65 morti accertate (di cui 30 immediate, le altre negli anni a venire) a cui si devono però aggiungere 4000 morti presunti nel corso degli 80 anni a venire per tumori e leucemie. A questo bisogna aggiungere 336 000 sfollati ed effetti sulla natura con un vasto inquinamento radioattivo ambientale con l’identificazione di una zona di esclusione.

1999: Tokaimura (Giappone), 4º livello INES

Causò sovraesposizioni radiologiche dei lavoratori dell’impianto di fabbricazione di combustibile nucleare in seguito ad un evento critico.

2006: Fleurus (Belgio), 4º livello INES

Causò gravi effetti sulla salute di un lavoratore di un impianto radiologico commerciale in seguita a un’elevata dose di radiazioni assorbite. Esistono altri incidenti nucleari, anche di livello INES più gravi del 4°, ma si riferivano a impianti nucleari militari o di medicina nucleare.

Le informazioni necessarie per avere una opinione, la più ampia possibile, deriva dal modo di fare informazione e quindi di offrire notizie che molti media nascondono, ma che è sempre opportuno ricordare.

G.De Santis

No Comments