PRIMAVERE ARABE

 

I Benedettini, dopo il Crepuscolo del Paganesimo, mantennero vivo il sapere con piccole “fiammelle di conoscenza” chiuse nei loro austeri monasteri che appena baluginavano nella lunga notte medioevale; poi cominciò l’aurora nell’Umanesimo per arrivare “all’alba” del sapere con l’avvento dell’Illuminismo.

La progredita e vitale Francia unisce l’utile al dilettevole, distruggendo il vecchio pensiero con opere: la Rivoluzione Francese e parole: dove nacque lo “strumento universale del sapere”: l’Enciclopedia.

Il trasferimento del potere segue le vene della conoscenza; nel Medioevo il sapere, per necessità, era negletto nei monasteri; poi si arriverà all’Enciclopedia e da essa fino ad internet; il sapere, come il potere, cola verticalmente da poche mani verso le moltitudini; a similitudine della Rivoluzione Francese, fiore insanguinato dell’Illuminismo, alle grandi primavere arabe, figlie di internet, dove le masse prendono coscienza di se stesse.

Ore come allora una parte in commedia nel teatro dei mutamenti umani è data dalla religione.

Nel passato la religione salvò il sapere; nella Rivoluzione Francese era accusata di essere controrivoluzionaria ed oscurantista; oggi le cose non sono tanto diverse.

Nella dicotomia Occidente/Oriente abbiamo due situazioni opposte: da un lato un ricco Occidente che non si interessa più di religione e di trascendente ma solo di denaro divenuto non più strumento ma fine, dall’altra l’oriente che vive la religione come una sorta di ordalia.

Dio non si ama mai abbastanza, lo stesso però non si può dire per la sua interpretazione: la religione. Vivere solo per la religione è come vivere la Fede attraverso l’uso di una brocca di acqua che ci deve dissetare; l’Occidente ha per le mani una brocca semivuota e l’Oriente una troppo piena che toglie a chi la usa la possibilità e soprattutto l’arbitrio di poterla usare.

Udm

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