O’ SISTEME.

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Parecchi anni fa un’inchiesta di buon giornalismo televisivo si avventurava all’interno delle “Vele di Scampia” – quartiere della periferia urbana a est di Napoli – per documentare il livello di degrado nel quale la zona si trovava.

Dopo un’accurata descrizione attraverso immagini significative dell’interno della struttura comunale, la telecamera si soffermava a lungo sull’inquadratura senza mostrare la faccia, per un’intervista anonima, ad un abitante del quartiere che accettava di dare la sua versione dei fatti.

L’inchiesta cercava di spostare l’attenzione sul fatto che secondo gli investigatori il quartiere era da tempo in mano alla criminalità organizzata, sostenendo addirittura che Scampia era la piazza di spaccio più grande d’Europa.

L’intervistato smentiva categoricamente, indicando come un’invenzione giornalistica la verità dei fatti descritti, affermando che: “La Camorra esiste solo per scriverci romanzi gialli, è superata, roba vecchia, un’invenzione di voi giornalisti che dovete mandare l’articolo al giornale. Adesso c’è o’ Sisteme”.

O’ Sisteme (Il Sistema): versione aggiornata e moderna dell’organizzazione criminale campana più famosa del mondo.

Sotto l’egida del Sistema si aggruma ciò che viene descritto come ”la Zona Grigia” o “Terzo Livello”, quel vastissimo agglomerato d’interessi capace di costruire una realtà parallela a quella che normalmente viene percepita come esistente.

Il Sistema lavora sempre, non conosce ferie, vacanze, momenti di “svago”: è una rete di informazioni gestite da individui che hanno il controllo istituzionale, e tale controllo spazia dal più piccolo “muschillo” (minorenne in motorino pagato dal crimine organizzato campano per consegnare partite di stupefacenti – piccolo boss in erba) al maggiorente che siede comodamente in Parlamento.

Impalpabile, misterioso, di difficile descrizione e difficilmente afferrabile, un po come il Bosone di Higgs; lo studi da molti decenni e il Sistema ha già cambiato pelle, è anni avanti, ha rovesciato gli equilibri che sembravano fino a quel momento consolidati e validi.

Allora arresti un’intera cosca, ma quella è già “bruciata” per fare posto alla cosca rivale che ha deciso di ”vendere” alle istituzioni informazioni coperte fino a quel momento da una coltre di omertà, organigrammi, uomini e donne; piani per terrorizzare quartieri, individui, traditori e “infami”; lo Stato.

E’ pervasivo. Cammini per strada e il Sistema si rivela attraverso individui sconosciuti che si aggirano per il quartiere generalmente in due o tre – ovviamente devi essere in più di uno per fingere di parlare al ”compare” mentre il messaggio è rivolto all’esterno, e per evitare di essere preso per un pazzo che gira per la città parlando da solo – facendo commenti a mezza bocca, suoni sussurrati in modo tale che solo il destinatario possa capire la profondità del significato (se ci riesce); in occasioni altamente formali, nei “salotti buoni”, il Sistema si manifesta in tutta la sua interezza con avvertimenti, consigli, commenti, minacce impalpabilmente travestite da “complimenti”, storie inventate per creare una mitologia, una leggenda urbana; è il piatto forte di chi si è venduto attraverso il proprio ambiente culturale e ha in mano molte migliaia di curiosi spettatori, lettori, adepti (quindi menti da manipolare).

Sposta migliaia e migliaia di preferenze elettorali mettendo in atto il ricatto politico allo Stato decretando un avvertimento senza spargimenti di sangue, senza bombe, stragi ferroviarie, attentati; avverte in modo “democratico”.

E’ così che lo spiega Giorgio Meletti sul Fatto Quotidiano del 5 luglio a pagina 5 in un illuminante articolo dal titolo significativo: “Il vero potere è quello del Sistema”.

L’articolo inizia con la seguente frase che vale l’intero articolo: “Lo Stato, le istituzioni governate da rappresentanti democraticamente eletti, sembrano astrazioni per ingenui. quello che conta è il Sistema”.

E racconta come Giuseppe Orsi, manager di lungo corso sessantasettenne (non proprio di primo pelo) “arrivato al vertice del colosso pubblico Finmeccanica” (…) “è indagato dalla procura di Napoli per corruzione internazionale; lui si dichiara innocente, ma la poltrona è in pericolo. Chiede conforto al vecchio amico, coetaneo e concittadino di Piacenza, Ettore Gotti Tedeschi”. (…) Quest’ultimo è “finanziere influentissimo, il Papa gli ha affidato nel 2009 lo Ior (Istituto Opere Religiose), la banca vaticana. Gotti Tedeschi, a cena, a quattr’occhi, ma intercettato dai magistrati napoletani, dice la sera del 23 maggio a Orsi: ‘Il sistema è a tuo favore e ti difenderà’.

Mentre regole e meccanismi si sfaldano, gli uomini di potere si avvinghiano a un riferimento astratto, impalpabile, che è però quanto di più concreto vedono all’orizzonte: il Sistema, gli Equilibri”.

Gli uomini di potere, in virtù degli “Equilibri” sono sotto scacco da parte di individui senza scrupoli che controllano il funzionamento più profondo ”d’ o’ Sisteme” che controlla a sua volta profitti stratosferici del mercato illegale; e certamente c’è da immaginarsi che il più sanguinario boss di Scampia abbia poteri pari se non superiori ad un “finanziere influentissimo” abituato a calpestare costosissimi tappeti nelle rarefatte e auguste stanze papali, dove l’atmosfera impalpabile e ovattata pullula di individui che si adoperano in minacce mortali sussurrate, sottovoce, non meno pericolose di una pistola puntata da uno che ti urla in faccia – con annessi insulti pesanti – “Ie t’accide!” detto in un ambiente descritto così da Isabella Guarini per TerPress: “Ho visitato le Vele di Scampia, circa venti anni fa, quando a pochi anni dalla loro costruzione, già erano pressanti le proteste degli abitanti costretti in un “modello” per loro infernale.

Ricordo che era una giornata cupa di pioggia, che ricadeva sui ballatoi interni schizzando intorno e rimanendo impantanata. Gli ascensori guasti erano usati per deposito di rifiuti. Tuttavia, l’interno degli alloggi era decente perché curato da chi ci abitava. Fuori dall’uscio, invece, il degrado era irreversibile, a causa della struttura architettonica degli edifici, simili a gironi danteschi con la scritta sulla porta perdete la speranza o voi che entrate, se intendete trasformare un inferno urbano in un altro abitabile conservando la stessa concezione architettonica, solo con l’aggiunta di altre funzioni”. (…) “Le vele di Scampia sono costruzioni in degrado, a tutt’oggi sono occupate da due zone di spaccio. Entrando in una Vela si ripercorre idealmente il vicolo napoletano: sui larghi corridoi che collegano le unità abitative si sentono le “voci” di chi ci abita, gli odori del cibo e nelle belle giornate, su quei ballatoi la gente si trattiene a chiacchierare”.

O’ Sisteme e Il Sistema si equivalgono: urlato in campano stretto o sussurrato in perfetto italiano. A Scampia o nelle stanze papali. E guarda caso è la procura di Napoli ad attivarsi per indagare Giuseppe Orsi, anche lui vittima d’ o’ Sisteme.

O’ Sisteme è quello che garantisce l’impunità. Coloro che – sapendo di essere protetti – (“il Sistema ti difenderà”), agiscono in modo tale da rendere ricattabili i suoi fruitori, e che agiscono nel totale disprezzo della vita umana, hanno dalla loro parte individui compromessi per sempre; sanno che massacrare di manganellate (i tonfa), tentare di ammazzare, creare traumi fisici e psicologici permanenti in ragazze e ragazzi che urlano in piazza il proprio diritto a manifestare dissenso, verranno coperti da una coltre di omertà, di complicità, di paura.

O’ Sisteme è quello che “premia” i suoi sostenitori (uomini e donne che hanno conti in sospeso con la giustizia) piazzandoli in posti chiave del potere perché sa che prima o poi questi avranno i suoi “emissari” a chiedere di essere ascoltati. Gli “avvicinati”.

Ancora più accurata – a questo proposito – la dettagliata descrizione, sempre dall’articolo di Giorgio Meletti, di cosa sia il Sistema: (…) “un frullatore del potere in cui cordate, correnti, combriccole, logge massoniche (P3 e P4 comprese) o fraternità religiose giocano la loro partita”.

Di più: “Il Sistema è questo, un sinedrio di volti coperti (almeno per ora, dagli omissis degli atti giudiziari), che discutono i destini del Paese perché i vertici dello Stato hanno dovuto delegare in outsourcing, le decisioni pesanti”.

Lo Stato si deresponsabilizza: tanto ci pensa il Sistema.

Il Sistema. Potrebbe essere il tuo vicino di casa. Il tuo salumiere, il meccanico, la parrucchiera, l’impiegata dell’ufficio postale.

Non hai scampo: è o’ Sisteme.

 

Marco Rossi.

 

 

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