LE  “ RI – SOLUZIONI CULTURALIDELLA “GIOVANE” EUROPA.

Con la seduta plenaria del 12 maggio 2011 l’Europarlamento ha approvato, tra le altre cose, una fondamentale “Risoluzione concernente il ruolo della cultura e dell’educazione nelle relazioni esterne dei Paesi appartenenti all’Unione Europea”.

Tale risoluzione si avvale di una innovativa strategia che promuove l’azione dei giovani nell’ambito delle “industrie culturali e creative”, settori che devono assolutamente godere di una maggiore valorizzazione, in quanto costituiscono una grande risorsa per lo sviluppo economico e per la riqualificazione del sistema lavoro.

Alla luce di una condivisa strategia di “ Small Business Act” si realizzeranno già entro il 2013 interventi di tipo finanziario e fiscale per la messa in atto di una politica europea di “Youth on the move” con l’obiettivo di far circolare, rendere fruibili opere e contenuti al fine di promuovere le diversità culturali e di rendere veramente accessibile il patrimonio culturale, non più visto come un capitale fermo, ma una fonte rinnovabile, una risorsa capace di produrre investimento economico e reinvestimento in cultura, arte, paesaggio, turismo.

La dimensione culturale della politica estera dell’U.E. è una importante strategia per la condivisione di modelli di intervento, per la cooperazione e per il dialogo in fatto di cultura, paesaggio ed arte in quanto l’Europa costituisce ancora una destinazione di primaria importanza a livello mondiale di molti settori di questa notevole risorsa economica.

Significativo il risultato relativo al libro verde Le industrie culturali e creative, un potenziale  da sfruttare” nel quale l’europarlamentare italiana On. Silvia Costa ha voluto estendere alla Moda e al Turismo Culturale insieme agli otto settori già individuati dalla commissione .

Moda e Turismo appartengono al “Diritto d’Autore italiano” ma senza la capacità di comunicazione europea, dandone concreta connotazione economica, sono soltanto due parole

che aspettano di essere “riempite” di significati e risultati.

Alle “imprese culturali” si demanda l’importante impegno della diplomazia internazionale poiché, è riconosciuto che, la Cultura possa avere un ruolo fondamentale nella prevenzione dei

conflitti, nel ripristino della pace e nella stabilità della società civile portando in sé i segni leggibili del dialogo, del riconoscimento e della valorizzazione delle diversità e della pluralità dei linguaggi e dei popoli.

La ratifica rappresenta un valido riconoscimento delle strategie di protezione, diffusione e promozione del patrimonio culturale e paesaggistico, avvalendosi di strategie operative basate sull’uso dei nuovi sistemi di comunicazione digitale.

L’uso del Web apre nuove frontiere per la promozione della diversità culturale laddove vi sia una libera politica dell’uso degli strumenti informatici e digitali e dove sussista la libertà di espressione e comunicazione interfacciata che, peraltro, impegni e documenti come quelli rappresentati dalla Commissione parlamentare Europea, insieme a quello di altri organismi mondiali, difendono e ratificano in modo efficace e sostenibile per una riconferma continua ed inderogabile dei diritti umani in Europa e nel mondo.

Una cooperazione diffusa ed allargata in fatto di cultura ed economia della cultura nell’U.E., e

nei rapporti esterni, richiede ai soggetti dell’ “impresa” maggiori competenze professionali che

possano garantire, attraverso la formazione, la gestione del patrimonio culturale mondiale tangibile ed intangibile e favorire la creazione di partenariati pubblici e privati, di task force interistituzionali per lo sviluppo, il coordinamento delle iniziative, la razionalizzazione, la condivisione delle prassi eccellenti in fatto di fruizione e conservazione del patrimonio culturale.

L’individuazione di strategie operative condivise, all’interno di una politica culturale davvero efficace e produttiva, a livello economico rafforzerebbe lo scambio e la cooperazione internazionale con ricadute notevoli in fatto di educazione, buon governo, potenziamento della società civile, democrazia e sviluppo.

Tutto ciò potrebbe direttamente influire sulla creazione di un circolo virtuoso che è proprio della economia della cultura e del suo alto potenziale produttivo capace di offrire stabilità sociale.

Per attuare concretamente questa fondamentale politica economico-culturale acquisiscono importanza strategica la “proprietà culturale” e i “diritti d’autore” che preservano l’identità e l’appartenenza delle opere e danno una connotazione e un’impronta di “marchio” alle produzioni locali nel mercato globale e nello spazio condiviso di fruizione delle opere stesse, per la tutela dei patrimoni culturali, la promozione e l’espressione delle pluralità, delle diversità e per la crescita responsabile della comunità mondiale e delle società civili.

Queste decisioni rappresentano un “ponte” Stabilità, utilità, ricchezza, bellezza…il miracolo della cultura riflette le aspirazioni di chi crede fermamente nel concetto di “valore”…un ponte serve ad unire le estremità di uno spazio condiviso… i sogni di grandezza, i luoghi dell’incontro e del dialogo. La cultura come economia nel contesto economico ed europeo della cultura.

 Antonio Capitano

Marianna Scibetta

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