SICUREZZA STRADALE QUESTIONE SOCIALE E POLITICA.

I RITARDI DEI 10 ANNI PASSATI. GLI OBIETTIVI DEL DECENNIO 2011-2020. LA QUESTIONE AMBIENTALE, LE CITTÀ, LE INFRASTRUTTURE, LA FORMAZIONE, L’INFORMAZIONE, L’ASSISTENZA ALLE VITTIME.

MARTEDI’ 18 GENNAIO 2011- ORE 16,00

Camera dei Deputati – Sala delle Colonne

Via Poli, 19 – Roma

La Fondazione Luigi Guccione Onlus presenta un Piano di azione politica per la sicurezza stradale, della mobilità e la difesa e valorizzazione dell’ambiente. Nuove alleanze sociali, nuova politica di comunicazione, organizzazione territoriale capillare (anche nei comuni piccoli), sedi operative nelle città capoluogo di provincia.

Verrà presentato un nuovo sito web dinamico con molte sezioni tematiche, blog, aree video e fotografiche per denunciare ciò che non va e proporre soluzioni direttamente dai territori.

Un’alleanza sociale con i medici dell’ambiente e con l’Associazione dei piccoli comuni. Ma anche con tante associazioni locali e tematiche protagoniste di una nuova fase di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica senza deleghe ad una politica sempre più distante dalla nostra vita quotidiana.

Al via le Sentinelle della sicurezza stradale persone che hanno a cuore la propria vita, il territorio dove vivono e il rispetto della legalita e che intendono “mettere la faccia” (nome, cognome, mail, telefono) per ricevere segnalazioni e veicolarle ma anche per interagire direttamente con le istituzioni locali.

Troverete le idee nei documenti allegati ma ancor di più nella presentazione del 18 GENNAIO prossimo. Potrete segnalare la vostra disponibilità all’impegno se vi convincono gli argomenti.

PER ACCREDITARSI
Rispondere per mail indicando: nome e cognome del/i partecipante/i. Per gli uomini è necessario indossare giacca e cravatta. Provvederemo noi per gli accrediti presso l’Ufficio
Sicurezza della Camera dei Deputati. Per tutti serve un documento di riconoscimento.

FLG – FONDAZIONE LUIGI GUCCIONE ONLUS
Ente Morale (Decreto Ministero dell’Interno  27.01.2000)
SEDE OPERATIVA: Piano 3°, Scala B,  Viale Ostiense131/l, 00154 ROMA
Tel & Fax 06.46959613 – www.flg.it – e-mail: flgonlus@gmail.com
Presidente Giuseppe Guccione cell: 393.3322565

SICUREZZA STRADALE QUESTIONE SOCIALE E POLITICA

I RITARDI DEI 10 ANNI PASSATI. GLI OBIETTIVI DEL DECENNIO 2011-2020.

LA QUESTIONE AMBIENTALE, LE CITTÀ, LE INFRASTRUTTURE, LA FORMAZIONE, L’INFORMAZIONE, L’ASSISTENZA ALLE VITTIME A SICUREZZA STRADALE è una grande questione sociale ma anche politica. Essa infatti attiene anche alle scelte di politica economica e del tipo e qualità dello sviluppo.

Riguarda lo stato delle città (dove avvengono metà degli incidenti e dei morti anche sul percorso casa-lavoro, sono il 52%), delle loro infrastrutture maltenute e dell’inquinamento che produce anche la circolazione stradale (circa 17 mila morti all’anno, per lo più nelle città). I 10 anni passati (2001-2010) hanno lasciato luci ed ombre: ancora più di 4 mila morti all’anno in Italia (nel primo semestre 2010 in aumento rispetto al 2009, in particolar modo sul sistema autostradale e nelle città). Ancora 68 morti ogni 100.000 abitanti. L’Italia al 10 posto nell’Europa a 15.

Manca una strategia coerente di contrasto all’incidentalità stradale. Mancano idee ed azioni politiche coerenti. Nessun organo di governance per la sicurezza stradale supporta Governo, Enti locali ed organizzazioni economico-sociali. Per varare una modifica del Codice della strada ci sono voluti 1218 giorni. A due mesi dalla sua entrata in vigore provate voi a “impegnare” i passaggi pedonali per attraversare una strada (modifica art. 191 del Codice) per vedere se le auto si fermano e se c’è uno straccio di autorità che controlla e sanziona.

In Italia bisogna individuare priorità ed obiettivi (selezionando gli interventi) concentrando le risorse umane selezionando gli interventi) concentrando le risorse umane e finanziarie:

LE CITTÀ

Un sistema di sviluppo distorto provoca circa 20.000 morti a causa della combustione da idrocarburi prevalentemente (circolazione stradale, riscaldamento, ecc.) e da incidenti stradali.

Oltre il 40% dei morti avviene lì (molti dei quali pedoni). Da lì bisogna partire nel prossimo decennio. Per questo stiamo programmando per la primavera prossima un incontro na-zionale, “ La Città delle reti”, per discutere come riorganizzare le reti materiali (più tra-sporto pubblico locale) dando centralità alla mobilità pedonale e ciclabile e contrastando nei fatti gli inquinanti (da riscaldamento e circolazione) e le reti immateriali (lavoro, comunicazione, ecc).

È maturo il tempo per promuovere un nuovo rinascimento per le nostre città. Un progetto di recupero delle cultura urbana (rapporto tra individualismo e comunitarismo, reti materiali e virtuali, trasporto privato e pubblico) che non può prescindere da Istituzioni efficienti, fondate sulla partecipazione dei cittadini e sulla pratica, in ambito locale, della democrazia. Ma occorrono anche finanziamenti: almeno 5.000 milioni di euro in 10 anni per un forte sviluppo del trasporto pubblico locale non inquinante.

LE INFRASTRUTTURE

Bisogna concertare tra Governo, enti proprietari delle strada (Comuni e Province) ma anche con il pieno coinvolgimento delle Regioni e di Anas Spa un programma pluriennale di manutenzione programmata delle strade che causano migliaia di incidenti ogni anno per il loro pessimo stato.

Concertazione che deve riguardare anche l’utilizzazione dei proventi contravvenzionali (Art. 208 CDS).

E bisogna anche vigilare perché venga varato il Piano di recepimento della Direttiva europea 2008/96 sulla gestione e sicurezza infrastrutture stradali che va estesa oltre la rete transeuropea (anche a quelle locali e nazionali).

L’ORGANO DI GOVERNANCE

Oggi, il nostro Paese conta ancora più di 4.000 morti. Le mancanze di strutture tecniche adeguate, sia a livello nazionale che a livello locale, costituiscono due aspetti complementari di una stessa negativa realtà. In relazione a queste gravi condizioni appare urgente colmare una lacuna che pregiudica la possibilità di invertirele tendenze in atto e determinare un miglioramento della sicurezza stradale, costituendo una struttura tecnica dedicata alla sicurezza stradale in linea con gli standard europei visto il fallimento della Direzione Generale per la sicurezza stradale del Ministero Infrastrutture.

Il modello potrebbe essere quello di un’Agenzia nazionale per la Sicurezza Stradale.

L’ASSISTENZA ALLE VITTIME

Sarebbe un dovere dello Stato e delle sue Istituzioni offrire il necessario aiuto attraverso la creazione di appositi Centri di assistenza – gestiti anche con il coinvolgimento delle organizzazioni della società civile – nelle diverse province dove l possano ricevere una qualificata assistenza e consulenza in campo medico, sociale, psicologico e legale.

Le attività di assistenza socio-sanitaria, anche domiciliare alle vittime della strada attra-verso una centrale operativa (con numero verde, portale tematico) che funzionerà nel tempo anche come centro di formazione per il personale dei Centri di assistenza territoriali che verranno progressivamente aperti dagli enti locali e dalle Regioni.

LA GIUSTIZIA

Per gli autori di incidenti stradali gravi non si può non considerare la prevedibilità dell’evento ed il dolo eventuale: non potevo non prevedere che l’eccessiva velocità, la guida in stato di ubriachezza o sotto l’effetto di droghe, il passaggio con il semaforo rosso, l’investimento sui passaggi pedonali, il cattivo stato di manutenzione delle strade, ecc. avrebbero arrecato grave danno a persone e quindi ho accettato il rischio con consa-pevolezza.

Va dunque evidenziata la volontarietà anche attraverso la definizione di un nuovo articolo del Codice Penale ad hoc. Bisogna garantire ai Magistrati una certezza della norma, un quadro chiaro e non equivoco e non mettere il magistrato giudicante nella condizioni di dover interpretare ma solo di applicare la legge secondo i principi costituzionali di legalità e tassatività.

Dovremo valutare con più serenità la necessità di individuare norme di punibilità di reati connessi alla circolazione stradale introducendo la prevedibilità dell’evento e del dolo eventuale non solo sui comportamenti (art. 186 e 187, 189 e 222 ad esempio del CDS) ma anche per altre fattispecie (ad esempio per gli art. 13 e 14 CDS, costruzione e gestione strade e obbligo di manutenzione).

L’EDUCAZIONE, LA FORMAZIONE E L’INFORMAZIONE.

Azioni politiche e legali per far applicare l’art. 230 del Codice della strada sull’insegnamento obbligatorio.

Avviare la realizzazione del Centro di educazione permanente (Scuola di Alta Formazione) per la formazione-formatori (insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado) e per la formazione degli operatori e gestori delle attività connesse alla sicurezza stradale e sui luoghi di lavoro ed alla mobilità (imprese e sindacati, patronati, discoteche e locali della somministrazione, scuole guida, polizie locali e nazionali, TPL, ecc), dirigenti ed amministratori di Enti Locali: non solo per i contenuti tecnici di “mestiere”.

Un approccio olistico e moderno della formazione per realizzare quella cultura di governo della sicurezza sui luoghi di lavoro e sulla strada ed ambientale che oggi manca in Italia.

Aprire una vertenza con i media: non spettacolarizzazione della morte sulla strada ma rispetto per le vittime.

LE SFIDE PER IL PROSSIMO DECENNIO

L’Italia ha fatto molto, in questi 10 anni alle nostre spalle, ma è ancora tra i Paesi europei più in ritardo. Incidenti stradali: 6.682 morti nel 2001, 4.731 morti nel 2008. 4.237 morti nel 2009: siamo a meno 40,3% rispetto al 2001, vicini al dato del dimezzamento dei morti (2001-2010).

Ma i primi 6 mesi del 2010 ci dicono che i morti ricominciano a salire (sul sistema autostradale, in modo preoccupante ma anche nelle città) e a stabilizzarsi con lievi aumenti nel resto.

Siamo, ad oggi alla scadenza del decennio, all’ottavo posto se si considerano i Paesi dell’Europa a 27 ma al decimo posto nell’Europa a 15 per numero di morti ogni 100.000 abitanti. Un risultato non certo positivo. Ma come sarebbe stato possibile il contrario.

FINANZIAMENTI PER LA SICUREZZA STRADALE. In genere sono quasi nulli. Le Leggi finanziarie degli ultimi anni impegnano proventi irrisori (15/30 milioni di euro) e che sono per lo più inutilizzati o non spesi dagli enti preposti: Comuni e Province.

Lo Stato italiano spende in sicurezza stradale ogni anno da 20 ai 50 centesimi di euro per abitante (in Europa i più virtuosi – Francia, Inghilterra, 25/30 euro ad abitante).

E l’Italia incassa solo con le multe oltre 33 euro ad abitante, senza contare il 10,50% del contributo sanitario che paghiamo con l’RC Auto che da sola fa altri 35 euro per abitante.

CONTROLLI. Si è passati il milione e 300 mila controlli all’anno. Si è gridato al successo. In Francia, Inghilterra, Germania per restare ai Paesi più virtuosi a noi vicini si superano i 5/7 milioni e c’è un uso efficace degli apparati tecnologici.

Dieci anni importanti per la sicurezza stradale quelli che stanno davanti a noi (2011-2020) sui quali esercitare una grande azione nei confronti dei decisori pubblici e privati in Italia ed Europa.

Molti i temi importanti sui quali focalizzare il nostro impegno anche rispetto al 4° Piano d’Azione Europeo.

Ma vediamo cosa potrebbe essere utile in Italia (e forse anche altrove):

1.Restituire il primato alle competenze dotando lo Stato di un Organo di Governance che noi abbiamo individuato in un’Agenzia nazionale per la sicurezza stradale, con un Istituto di Ricerca e di studio che siano di aiuto ed ausilio – per scelte ponderate e tecnicamente valide in tutti i campi – per il Governo, il Parlamento, le Regioni, le Province, i Comuni .

2. Individuare nella Legge Finanziaria il fabbisogno annuo e responsabilizzare i centri di spesa nazionali e locali con la logica degli incentivi/disincentivi, rendendo attiva la sussidiarietà (prendi i soldi, non curi le strade e non fai i controlli e non raggiungi gli obiettivi: ti tolgo dai bilanci soldi e strade!).

3. Previsione in 3 anni di un minimo di controlli in grado di dare un’idea ai cittadini che non si scherza – almeno 5 milioni all’anno – con più forze sulle strade e meno negli uffici e nelle scorte a politici, ecc. incentivando il controllo sulle persone e sulle infrastrutture (ci sono 10.000 dipendenti di Ministero Infrastrutture che possono farlo: sono abilitati ed utilizziamoli!).

4. Realizzare una scuola di alta formazione per favorire la formazione di una cultura di governo della sicurezza stradale da destinare a “palestra” per tecnici, operatori, amministratori, scuole, ecc.

5. Istituire gli Uffici per la sicurezza stradale nei Comuni e nelle Province per coordinare le politiche di tutti gli assessorati che hanno competenze in materia e porle sotto la “direzione”, coordinamento e controllo di Sindaci e Presidenti.

6. Realizzare un centro nazionale di assistenza alla vittime della strada articolato nelle diverse città.

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