Strategia  Energetica Nazionale

Il risparmio energetico è la migliore risposta che il sistema Paese possa dare per colmare il gap competitivo in termini di costo dell’energia e di dipendenza dall’estero ed è fondamentale che sia bilanciato attraverso i vari strumenti delle detrazioni fiscali (55%), del Conto Termico e delle ESCO onde intercettare al meglio le esigenze e le potenzialità con riferimento agli attori individuali (cittadini, imprese, etc..) e collettivi (condomini, Pubblica Amministrazione, etc..), modulando in maniera premiale la declinazione di tali strumenti”.

Con queste parole Cirino Mendola, Presidente Finco, esprime il suo apprezzamento per lo schema generale del documento recante la Strategia Energetica Nazionale in cui – continua – “sono buoni e condivisibili gli obiettivi e propositi”.

Premessa, quindi, la sostanziale condivisione per il documento sottoposto a consultazione pubblica, Finco si sofferma su quelle che potrebbero, invece, essere le criticità su cui occorrerebbe ancora lavorare.

In primo luogo, la lettura del documento SEN sottoposto a consultazione suscita preoccupazione in merito alle modalità del “nuovo” bonus del 55% per la riqualificazione energetica.

Si potrebbe evincere, infatti, che, a partire dal 1 luglio 2013, il bonus del 55% premierebbe di più (o forse solo?) gli interventi di riqualificazione energetica complessiva, suscettibili naturalmente di un maggiore risparmio energetico.

Nei primi quattro anni di applicazione (2007-2010), 1.400.000 famiglie hanno usufruito del bonus del 55%, realizzando principalmente singoli interventi e di spesa contenuta.

La misura ha prodotto investimenti per 17 miliardi di euro, creato (o contribuito a mantenere) oltre 50.000 nuovi posti di lavoro nelle imprese dei settori coinvolti e generato un risparmio di oltre 8.500 GWh.

Tali risultati sono stati possibili solo grazie ad un 55% non discriminante verso i singoli interventi.

Finco auspica quindi:

  • una proroga del 55% fino al 31 dicembre 2020 accompagnata da una normativa premiante tanto i singoli interventi quanto quelli complessivi, eventualmente con una premialità aggiuntiva per questi ultimi attraverso un tenore del bonus superiore al 55% o attraverso un abbattimento in termini di anni di ammortamento del beneficio;

  • la rimodulazione degli anni di detrazione, offrendo al contribuente una scelta tra 5 e 10 annualità sia per le ristrutturazioni sia per gli interventi di riqualificazione energetica (indirizzo già contemplato nel “Conto termico” dove gli incentivi vengono erogati su base biennale o quinquennale);

  • l’estensione degli incentivi anche ai beni immobili non strumentali ed a tipologie di applicazione oggi non contemplate dalla misura, quali le schermature solari.

Per diffondere, poi, velocemente le buone pratiche per l’efficienza energetica e garantire i       massimi risultati ai consumatori, agli enti pubblici nonché agli operatori di mercato, Finco propone di razionalizzare e rinforzare gli strumenti messi a punto in questi anni come supporto a queste misure.

Il riferimento è, per esempio – afferma Sergio Fabio Brivio, Consigliere incaricato Finco per la Sostenibilità -  al Green Public Procurement (GPP) per consentire l’inserimento di criteri di qualificazione ambientale nella domanda che le Pubbliche Amministrazioni esprimono in sede di acquisto di beni e servizi, finalizzata da un lato, a diminuire il loro impatto ambientale, dall’altro ad esercitare un vero e proprio “effetto trascinamento” sul mercato dei prodotti sostenibili.

Altro strumento attraverso cui si potrebbero raggiungere gli obiettivi europei sarebbe quello di puntare sul teleriscaldamento così come inteso nella nuova Direttiva europea 2012/27/UE sull’efficienza energetica.

Il teleriscaldamento e il teleraffreddamento efficiente consistono in un sistema che utilizza quasi il 50% di energia rinnovabile, il 50% di calore di scarto, il 75% di calore cogenerato o il 50% di una combinazione di tale energia e calore.

Tra le barriere allo sviluppo dell’efficienza energetica, a livello del singolo intervento va senz’altro segnalata l’inadeguata disponibilità finanziaria dei privati per effettuare interventi in termini di efficientamento energetico delle proprie abitazioni.

Ecco perché Finco insiste nella proposta di integrare questa disponibilità attraverso lo strumento dell’Ecoprestito.

Tale proposta prevede – in sintesi estrema – l’accesso a prestiti agevolati a tasso 0 o estremamente ridotto per 10 anni fino ad un massimo da stabilire per ciascun  beneficiario.

Onde accedere a tale “Ecoprestito” occorrerebbe certificare – attraverso un professionista iscritto ad un Ordine – di aver effettuato almeno due interventi nella direzione dell’incremento dell’efficienza energetica delle coperture, delle pavimentazioni, dei muri perimetrali, delle finestre, delle porte esterne, delle schermature solari, oppure l’installazione di apparecchiature e sistemi per riscaldamento e produzione di energia elettrica ed acqua calda, utilizzanti fonti rinnovabili o assimilate.

La misura concorrerebbe all’abbattimento delle emissioni di CO2 del patrimonio costruito e potrebbe essere finanziata dagli istituti bancari che provvederebbero poi a portare in detrazione la perdita derivante dal tasso zero applicato e garantita da appositi fondi presso la Cassa Depositi e Prestiti ed, anche, presso le Fondazioni Bancarie (che spesso hanno all’interno dei loro Statuti previsioni tese alla cura del benessere ambientale nei territori di rispettivo interesse). La disponibilità di pacchetti finanziari dedicati rimane infatti fondamentale per far decollare il mercato in questo senso.

Andrebbe altresì eliminata un’ulteriore e non trascurabile barriera all’efficienza: la non sufficiente dotazione di informazioni e formazione sul tema da parte, in primis, dei consumatori (verso l’informazione dei quali dovrebbero essere indirizzati in toto i fondi provenienti dalle sanzioni irrogate dall’Antitrust, attraverso bandi pubblici di affidamento delle campagne di informazione), ma anche degli operatori del settore.

L’efficienza energetica non è infatti un argomento semplice e campagne di comunicazione e informazione, specie se continuative nel tempo, risultano efficaci nel modificare i comportamenti.

Per rendere ulteriormente incisivi gli standard e i servizi, occorre poi non tralasciare “i controlli sul campo”, fondamentali per la tutela dei cittadini, la qualificazione degli operatori e per consentire di fare leggi meno complesse e dunque più semplici da comprendere  e applicare.

Infine, per quanto riguarda il Decreto applicativo dell’articolo 28 del D.Lgs 28/2011, cosiddetto “Conto Termico”, Finco, da un lato condivide quanto diffuso dal  coordinamento CARTE in merito alle rinnovabili termiche, dall’altro ritiene di attirare l’attenzione su quanto segue con particolare riguardo al settore delle schermature solari. Infatti, da una lettura dell’ultima bozza circolante, risulterebbe che:

  • i sistemi di schermatura e/o ombreggiamento sono incentivati solo se installati verso i punti cardinali da SSE a SSO (art. 4, lett. d). Sarebbe opportuna un’estensione almeno a Ovest;

  • gli schermi sono incentivabili solo in presenza di impianti di condizionamento e se le parti opache o trasparenti rispettano gli attuali requisiti prestazionali loro richiesti. Sono altresì incentivabili le installazioni di schermature se abbinate ad almeno uno degli interventi sulle parti opache trasparenti (art. 6). La previsione sembra fortemente penalizzante per un tipo di intervento che, in genere, viene lasciato alla fine, a completamento di altri di maggiore impegno economico e che, in quanto tale, rischia di essere trascurato;

  • la prestazione minima richiesta per le schermature (classe 3 della EN 14501) rischia di vanificare il risparmio energetico atteso costringendo gli utilizzatori a compensare l’eccessiva opacità degli schermi con l’uso di illuminazione interna artificiale (all. 1).

Rimane perplessità, infine, in merito alla scelta effettuata di riservare gli incentivi sull’efficientamento energetico ai soli interventi sul patrimonio pubblico (ad esempio le suddette schermature solari andrebbero ricomprese in questa sede o nell’ambito dll’attuale misura del 55%

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