L’espressione made in Italy si è affermata negli anni ben oltre il suo originario perimetro produttivo. E’ diventata sinonimo delle qualità italiane, da quelle manifatturiere a quelle artistiche, da quelle enogastronomiche a quelle ambientali e culturali. E’ un marchio che si nutre di tutto ciò che rende il nostro Paese unico e apprezzato nel mondo. Per questo, la sua tutela riveste un significato ed un’ importanza nazionali. Il made in Italy si è dimostrato una importante risorsa della nostra economia anche in questi tempi di crisi e, proprio per questo, sulle sfide future che dovrà sostenere, sulla sua missione e sulle strategie per meglio difenderlo, diffonderlo e promuoverlo è necessario costruire un comune punto di vista, una convergenza tra le imprese, le istituzioni e la società. Significa riflettere sui punti di forza della nostra economia, ma anche del nostro Paese, delle sue comunità e dei suoi talenti, dei tanti orgogli territoriali e dei tanti saperi e culture locali. Identità aperte al mondo come dimostrano i dati dell’ export nazionale e la nascita di nuove filiere, di nuove reti che dai territori vanno nel mondo alla ricerca di nuove idee, di nuovi partner e di nuovi mercati. Nel 2008 solo nei macrosettori delle 4A (Abbigliamento e sistema persona, Arredo e sistema casa, Agroalimentare e Automazione) è stato generato un valore aggiunto di circa 138 miliardi di euro. Questo anche grazie agli oltre mille prodotti in cui l’Italia primeggia e che rappresentano in valore il 50% dei 290 miliardi di euro di esportazioni realizzati nel 2009. Nel corso di questi anni l’Italia si è rafforzata in molti settori puntando sulla qualità a discapito della quantità: abbiamo dimezzato le paia di scarpe esportate, ma è aumentato il fatturato. Produciamo il 40% in meno del vino rispetto alla metà degli anni 80, ma il valore dell’export è quadruplicato raggiungendo i 3,5 miliardi di euro… (leggi il PDF completo)
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