S.O.S PER IL CANILE DI ARAGONA. 100 CANI HANNO BISOGNO DI UN NOSTRO AIUTO IMMEDIATO!

ATTIVIAMOCI ! ANCHE E NON SOLO CON LE ADOZIONI A DISTANZA…

“… la frustrazione di non esserci stati quando capitava (di notte) e di essere arrivati tardi (di mattina) come il cucciolino schiacciato dal crollo di un pezzo di casa o quello che Mary si è trovata all’ingresso una mattina vedendo impotente il suo ultimo respiro respiro di cucciolo abbandonato, morto per non aver ricevuto cibo dal suo proprietario bastardo sconosciuto..

x molti però ce l’abbiamo fatta come il cucciolo con gli occhi bianchi che dopo un mese di cure è tornato a vedere, alcuni ora vivono felici in famiglia (vedi sito nella pag delle adozioni felici) per altri le cure e l’amore  non sono bastate x scongiurare la morte..

MORTI INNOCENTI NONOSTANTE I NOSTRI SFORZI PER CUI NON PAGHERA’ NESSUNO!

E nel frattempo Pietro e Mary sono costretti dall’amore a recarsi tutto il giorno, tutti i giorni li,con qualsiasi condizione, nonostante i danni alla loro salute e alla  macchina provocati dalla strada paludosa, e a pagare farmaci e cure e tutto ciò di cui hanno bisogno i cani del Sindaco(che pur possedendo una farmacia non ci ha mai regalato neanche una siringa!) lottando ogni giorno, in questo inferno..”

….Immaginate di trovare nei rifiuti cuccioli mugolanti, cani gettati nel bidone con piaghe di ogni genere, abbandonati ; immaginate di chiedere in giro ma nessuno ha visto  e sentito niente. Allora contattate le forze dell’ordine che vi rispondono  di lasciarli li perché tanto quella è la normalità e non c’è un canile, ma non ce la fai perché quei guaiti ti squarciano l’anima così te li porti a casa. Il giorno dopo idem perchè ormai tutti sanno a chi lasciare questi scomodi pacchi di carne.

Mio Dio, la casa è piena, il garage anche , allora frugando nelle discariche, trovate qualcosa per edificargli un rifugio di fortuna nel  terreno della vostra famiglia, sperando che  almeno lì saranno al sicuro e in pace, anche se una “povera pace”, vista la pensione sociale….

Immaginate di non ricevere mai risposte dal Comune ma solo scherno  della gente; immaginate di essere anziana e malata, con decine di cani che ogni giorno crescono mangiano e non hanno nessuno se non voi.

Ora immaginate che questo incubo  non termini al suono della sveglia, ma continui per circa 10 lunghissimi anni, affrontati con la forza della disperazione, la stessa che vi ha condotto innumerevoli concitate volte in Comune ma inutilmente, perchè chiedere di applicare le leggi sui cani è da vecchi pazzi!

Poi qualche associazione animalista di fuori inizia ad interessarsi a queste creature dimenticate da Dio , fa pressione, ecco finalmente Vigili e Asl, forse ci siamo, forse  si farà un canile, forse vi sfameranno e vi cureranno amori miei,..ma cosa sono quei verbali , cosa è quel nastro e quel cartello, perché queste divise mi parlano di rifugio abusivo, maltrattamento di animali e multe, perché se ne vanno senza degnarvi di uno sguardo, senza ascoltare i vostri guaiti, senza una crocchetta, senza un pasticca?..

Questo non è  un film , né un romanzo ma è stata  la “normale, quotidiana”realtà della signora  Ninfa di Aragona.

Tutto o quasi è partito da lei,  così: Ninfa  è una anziana  vedova, malata che vive della sola pensione sociale nella città di Aragona, (Ag) in Sicilia. Da circa 10 anni, si è ritrovata a salvare e accudire un centinaio di cani randagi che, nel tempo, le hanno abbandonato sul davanzale di casa e nel suo terreno in quanto non c’è mai stato un canile od una convenzione per questo problema: cani fantasma, non registrati, abbandonati, malati e/o seviziati, vittime come lei.

Fa comodo a tanti asserire che è colpa sua, perché in questi anni, invece di impelagarsi in questo problema,invece di  chiedere spasmodicamente la costruzione di un canile vero, cure, cibo e sterilizzazioni, insomma, urlare a suo modo il bisogno di legalità anche per “gli ultimi” , per i senza voce, per gli indifesi come lei,  fantasmi e vittime entrambi, dell’indifferenza delle persone e della mancata applicazioni delle leggi, doveva ascoltare gli orrendi consigli che riceveva e   abbandonarli alla loro sorte, fatta troppe volte di veleno, investimenti, sofferenza e morte.

Così per lei prima l’indifferenza e la derisione e poi nel 2008, quando “i panni sporchi” sono usciti fuori perchè varie associazioni , anche estere, impressionate dalla situazione chiedevano al Sindaco di eseguire la legge occupandosi  dei cani del suo territorio, è iniziata per Ninfa la via crucis:prima indifferenza e poi pure le denunce!

Colpisce profondamente il fatto che la mancanza di denaro sia sempre stata e sembri tutt’ora una attenuante solo per gli Enti Preposti per legge alla responsabilità dei cani, addirittura quasi una giustificazione di fatto a non ottemperare ad un ordine preciso dell’Autorità Giudiziaria datato novembre 2008; mentre per  la signora Ninfa, non vale altrettanto, anzi, paradossalmente, quando la vicenda ha fatto il giro del web e non solo, andando oltre i confini  della città, è stata accusata di aver costruito un rifugio abusivo, per aver messo delle reti provvisorie per limitare accoppiamenti e aggressioni, accusata anche di maltrattamento, per non aver curato gli oltre cento cani comunali con la sua minima pensione sociale, e di non averli microchippati, (peraltro unico e solo caso in cui sia stata applicata tale sanzione in tutto il paese).

Così i cani, dal luglio 2008, sono rimasti  vincolati in un sequestro penale e sanitario da parte della Polizia Municipale e dai Dirigenti ASL senza che, di fatto, quasi nulla cambiasse a parte cartello, nastri e tantissime carte in un

limbo all’italiana.

In prima battuta la custodia giudiziaria è  stata data alla signora , nonostante sia stata anche verbalizzata la sua condizione di impossibilità fisica  ed economica, contemporaneamente i  veterinari ASL , all’inizio, si sono limitati a microchippare, a fare prelievi per l’Istituto Zooprofilattico, i cui  risultati hanno evidenziato molti soggetti affetti da diverse patologie anche gravi, lasciando però diversi cani alla loro sorte di agonia, ferite, malattie terminali, e parassitosi (fatto peraltro accennato sui verbali!), senza nemmeno ottimizzare le catture effettuate  per inoculazione chip e prelievi ematici, con cure, vaccinazioni e  sterilizzazioni nell’immediatezza dell’intervento, che sono poi state eseguite in parte grazie all’operato dei volontari messisi a disposizione per portare i cani agli ambulatori Asl, visto che non c’ neanche una squadra cattura.

Successivamente, nel novembre 2008, la custodia giudiziaria dei cani è stata affidata dal Tribunale al Comune e cosa è cambiato? Troppo poco.

Alcuni cani, per fortuna o purtroppo, hanno smesso per sempre di soffrire , gli altri, nonostante  petizioni, atti dimostrativi, avvocati, relazioni, diffide, riunioni e quant’altro, sono sopravvissuti alla morte,avviluppati dall’inerzia istituzionale, da rimpalli tra Ente Comunale e Sanitario ,quasi esclusivamente grazie alle tasche di volontari e benefattori sparsi in tutta Italia, e accuditi quotidianamente solo da Ninfa e da Mary, una volontaria Lida, finita più volte in ospedale per farsi medicare le ferite procurate durante le altruistiche quotidiane operazioni di assistenza quotidiana a queste povere creature dimenticate da Dio e dagli uomini in un posto che cade a pezzi.

Dal marzo 2009 si sono susseguite moltissime riunioni in Comune, nella cui sede è stata sempre ribadita l’impossibilità materiale e finanziaria di attuare l’Ordinanza del Tribunale nonché la Legge sul randagismo per via di un enorme deficit , come se ci si potesse esimere dall’obbedienza ai dettami di legge e di un Tribunale o al pagamento di una multa semplicemente perché si è al verde,  così si  è ottenuto dalle casse municipali  solo sacchi di cibo, un numero ridicolo di  medicine antizoonosi, due blandi tentativi comunali consistenti in una richiesta di fondi regionali, rimasta inascoltata, e una richiesta alla Forestale per la disponibilità di un terreno, negato, i “nulla osta” alle sterilizzazioni e la collaborazione per le adozioni, oltre a ciò solo ipotesi ed impegni rimandati.

Se non vi fosser arrivati tardi (di mattina)m di una task force di volontari provenienti da altre Regioni per  sobbarcarsi i viaggi per sterilizzazioni e gli oneri per cure e vaccini, la vicenda si sarebbe tramutata oltremodo in un allevamento degli orrori o  in una veloce carneficina perché per più di due anni solo alcuni volontari animalisti, mettendo a disposizione il proprio tempo, i propri mezzi e i propri portafogli, hanno supportato quotidianamente  gli animali pulendoli, alimentandoli, curandoli, vaccinandoli, portandoli a sterilizzare presso la Asl, cercando di miglioratta come il cucciolo con gli occione e, soprattutto, non arrendendosi a questo incredibile immobilismo.

Arrivando al 2010 le associazioni hanno prospettato diverse soluzioni concrete come: nell’ inverno 2008 la dislocazione  degli animali, con la collaborazione logistica degli animalisti, verso una eccellente ed economica struttura milanese a norma, che avrebbe garantito una soluzione in breve tempo, considerata l’alta percentuale di adozione che caratterizzava la struttura, è stata ignorata completamente; nell’inverno 2009 un’impresa aveva proposto  di costruire gratuitamente un parco canile fotovoltaico, rimasta anch’essa incredibilmente senza risposta, nella primavera 2010 si era proposto lo spostamento degli animali in una struttura leggera provvisoria, sicuramente più adatta all’incolumità di animali e  persone, a bassissimi costi in  un terreno concesso in comodato d’uso  gratuito, proposta che è stata oggetto di riunione, inizialmente accettata e poi bocciata.

E poi l’ipotesi comunale, doccia fredda per gli animalisti, di deportare i cani a pagamento (circa 100 mila euro all’anno quando per due anni le casse comunali non avevano soldi per il sostentamento degli animali) in una struttura calabrese di migliaia di cani, discussa tanto da essere stata sottoposta ad interrogazioni parlamentari, alla preoccupante e unica clausola del minor prezzo possibile.

Scossi dalla piega sempre più assurda ed incredibile della vicenda, il mondo animalista, sentendosi raggirato e preoccupato per la sorte dei “cani al ribasso” si è mobilitato tanto da interessare Ministero della Salute ed Assessorato Regionale che, previo nulla osta, hanno rivalutato ed avallato a settembre 2010 l’idea della struttura leggera provvisoria in deroga, da costruirsi in collaborazione tra Comune ed Associazioni, ove spostare i cani per farli sopravvivere al meglio fino alla costruzione di un vero e proprio canile in loco.

Da settembre 2010 a novembre 2010 Associazioni e Comuni hanno fatto una sorta di braccio di ferro per accordarsi su chi doveva garantire cosa, tanto che a novembre 2010 si è svolto un ulteriore riunione di ben 5 ore dove , con carte alla mano che dimostravano quanto già le associazioni si erano gravate di un problema non loro, il funzionario ministeriale ha fatto da paciere per un giusto compromesso sancito con la  annessa divisione di compiti e materiali.

Subito il Comune ha pubblicizzato la svolta agli organi di stampa   dando come data di attivazione della struttura dicembre 2010 o al massimo gennaio 2011…

Siamo a febbraio e gli animalisti hanno fornito tutto il materiale da costruzione ascritto a loro mentre i lavori vanno a rilento perché?..indovinate cosa manca? Indovinate i cani dove sono ancora? Indovinate chi paga ancora farmaci e cure?indovinate chi si reca tutti i giorni in solitudine ad accudirli gratis?

Dulcis in fundo il Tribunale non ha archiviato l’accusa di maltrattamento ascritto a Ninfa, ma allora una domanda nasce spontanea: perché non si è proceduto verso il Sindaco per la medesima imputazione visto che i cani si trovano tutt’ora nello stesso identico luogo nonostante i dettami del Riesame e che, senza il nostro intervento e le nostre tasche, sarebbero morti di stenti, fame e malattie da anni?

Le istituzioni e chi le rappresenta sono esentate dal rispetto delle stesse leggi che  valgono per i cittadini “normali”?

Perché gli enti preposti attendono sempre e solo l’intervento di volontari invece di attivarsi autonomamente per le catture, le sterilizzazioni, le cure, i vaccini, ecc?

Perché se sei su una strada aragonese e trovi un randagio e telefoni a chi  di dovere ti rispondono, quasi allibiti della chiamata, di andare oltre perché tanto è tutto inutile?

Queste povere anime umane e canine quanto dovranno vivere ancora tra eternit, reti metalliche e arrugginite, reti di materasso, e immersi nel fango e nella polvere?

Quando inizieranno i controlli ai cani privati che sono quelli le cui cucciolate vengono ancora abbandonate li?

PER UN AIUTO URGENTE ECCO I DETTAGLI:

Nel frattempo che chi di dovere mantenga quanto firmato nel protocollo di intesa i cani hanno quotidianamente bisogno di cure ed attenzione e mancano ancora molte cucce.

Per chi volesse saperne di più o volesse aiutare i cani di Aragona contattare Lida Aragona al n. 328/4214663 o all’ indirizzo mail: lida.aragona@alice.it. www.nelnomedelcane.org

o fare un bonifico a L.I.D.A. ARAGONA  Via Sandro Pertini n. 48 – 92021 ARAGONA (AG) Coordinate bancarie:IBAN: IT 12 M 0103082800000003886127 Banca: Monte dei Paschi di Siena S.p.A.    Filiale di Aragona (AG)

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P.S Il cane con la ferita in testa Fly: non è di Aragona, è stato trovato nei pressi dell’areoporto e salvato dalle volontarie milanesi che son venute a fare il capo di lavoro ad Aragona.

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