LETTERA APERTA A TUTTI QUELLI CHE VOGLIONO SOGNARE INSIEME A ME.

PAROLE SCRITTE CON PASSIONE PER RICORDARE CHI SIAMO E PER NON PERDERE L’ORGOGLIO DELLA NOSTRA ITALIANITA’.

 

 

Federico Rampini, un giornalista eccellente noto nel panorama internazionale per la sua lunga carriera in giro per il mondo e per le sue prestigiose collaborazioni alle più svariate testate giornalistiche. Il Sole 24 Ore, prima come corrispondente da Parigi poi come vicedirettore a Milano, e La Repubblica, come capo della redazione di Milano, quindi come European editor, seguendo da Bruxelles e dalle altre capitali lo sviluppo dell’Unione Europea e della moneta unica, e dal 2000 al 2004 come editorialista, West Coast Correspondent e inviato per l’economia globale, da San Francisco. Dal 2004 al 2009,  oggi corrispondente da New York. In passato ha insegnato all’università di Berkeley (California), di Shanghai (Cina) e di Seul (Corea del Sud), e è stato membro del Comitato scientifico delle riviste Critique Internationale di Parigi, Limes e Italianieuropei. I suoi articoli sono apparsi su Le Monde, Le Figaro, El Paìs, La Tribune.

 

Dunque “Alla mia sinistra. Lettera aperta a tutti coloro che vogliono sognare insieme a me”.  Un titolo che davvero evoca emozioni.

E ci voleva un libro come questo scritto con forza e determinazione per rileggersi nella nostra storia di Italia e di Italiani ma soprattutto per volgere uno sguardo equilibrato sul resto del mondo, con il polso di uno scrittore anzi di un reporter che lucidamente descrive gli accadimenti partendo dal passato per ricongiungersi agli esiti di oggi  e soprattutto alle responsabilità di alcuni.

Dall’America all’Europa all’Italia, l’impatto con la più grave crisi economica degli ultimi ottant’anni impone con urgenza un bilancio in quanto non è dato constatare l’emergere con chiarezza di una via d’uscita progressista, equa, rassicurante, al nostro declino. Da nessuna parte al mondo. Siamo tutti schiavi dei debiti: non soltanto il nostro debito pubblico, anche quelli altrui. È una delle facce della globalizzazione sottolinea Rampini: i vasi comunicanti del credito non conoscono frontiere, la finanziarizzazione ha trasformato ciascuno di noi (spesso inconsapevolmente) in un debitore-creditore esposto ai giudizi dei mercati; l’interdipendenza ahimè avvinghia  tutti.

 

Federico Rampini è un giornalista schierato per quei pochi che non lo sanno… ma la sua analisi nasce e cresce impietosa anche sulla sua sinistra. Si perché la passione che si evince dalle sue parole  descrive con dolore una sinistra che inesorabilmente corre verso il baratro. “Dalla sinistra ti aspetti che indichi un percorso, al termine del quale non solo sarà finita questa lunga depressione economica, ma ne usciremo costruendo una società più giusta e più serena di quella in cui viviamo. Oggi nessun leader ha questa capacità di mobilitare popoli. E dietro i leader mancano i pensatori, le idee nuove”.

 

E cosi nei confini di questa storia varca le frontiere della nostra Italia per arrivare ad una puntuale analisi dell’America di oggi, quella di Obama.  Il Presidente onnipresente sui titoli di copertina  di «The Nation», forse la rivista più a sinistra che ci sia in America ma sempre in negativo. Promesse non mantenute, sogni traditi, battaglie perdute, errori strategici, ingenuità tattiche. Welfare, ambiente, sanità, fisco, occupazione, scuola, politica estera, terrorismo, diritti umani.  Ottant’anni dopo, l’America sta rivivendo un’età dell’oro ma nel senso deteriore con la stessa distanza abnorme tra i ricchi e la maggioranza del paese, allo stesso impoverimento del ceto medio, agli stessi eccessi di speculazione finanziaria; e simile è anche il peso dei grandi interessi capitalistici nella politica.

 

I progressisti americani e quelli europei oggi affrontano una sfida terribilmente simile: come rendere credibile un’uscita «positiva» dalla crisi che non sia un miraggio; come costruire un futuro migliore, quando le nostre nazioni sono oberate da un debito pubblico immenso e i più anziani tra i baby-boomers stanno andando in pensione. Questo shock demografico fa paura perfino in una nazione ben più giovane dell’Italia e dal tasso di natalità positivo come gli Stati Uniti.

 

E poi Cina, India, Brasile,  i grandi protagonisti della scena politica – economica internazionale.  

Con loro volenti o nolenti bisogna fare i conti.  Guai a sottovalutarli. Non solo nella loro pericolosità, ma anche nei loro punti di forza e nei loro successi molto reali, e non «di cartapesta». Trattasi di realtà infinitamente complesse  da comprendere per chi viene da un paese come l’Italia.

 

In ultima battuta questo libro avvincente come un romanzo non rappresenta unicamente  “una lettera” alla sinistra affinché ritrovi il vigore e l’intelligenza per “cambiare il gioco”, magari guardando a quei Paesi come Brasile, Cina, India e Russia, dove sta avvenendo “una rinascita”, una “redistribuzione della speranza”. Ma è un sincero richiamo ad un Italia dai tratti opachi che vive ormai solo del suo glorioso passato. Un paese ammalato ove ha potuto emergere e strabordare un fenomeno come il berlusconismo e parte della sua deriva ideologica, un paese in cui  si volga finalmente lo sguardo dagli errori per trovare il nuovo bandolo della matassa senza timore dei cambiamenti.

 

 

Simonetta Alfaro

 

 

 

 

SCHEDA LIBRO

 

ALLA MIA SINISTRA.

 

LETTERA APERTA A TUTTI QUELLI CHE VOGLIONO SOGNARE CON ME.

 

Listino € 18,00

Editore Mondadori

Collana Strade Blu

Data uscita 31/10/2011

Pagine 240,

Lingua Italiano

 

 

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